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Verbale del Consiglio di Amministrazione seduta del 23 gennaio 2007

indice degli argomenti trattati

relazione discussione delibera gli allegati sono consultabili C/O la segreteria del CDA  (stanza n. 88) durante l'orario di ufficio.
Approvazione del verbale relativo alla seduta del 12 dicembre 2006   approvazione  
Approvazione del verbale relativo alla seduta del del 21 dicembre 2006   approvazione  
COMUNICAZIONI  

   
1. RAPPORTI UNIVERSITÀ/AZIENDE UNIVERSITARIE OSPEDALIERE presa d'atto all.1
2. AFFARI CONTABILI
2/1 Indennità organi di governo
presa d'atto all.2-3-4-5

2. AFFARI CONTABILI
2/2 Ratifica Decreto Rettorale n. 00011 del 12.1.2007 - Esonero parziale dal pagamento delle tasse di iscrizione ai corsi di Dottorato di Ricerca attivati dalla Sapienza - Università di Roma, riservato a n. 20 unità di personale dipendente a tempo indeterminato (di cui 10 in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e 10 in servizio presso l’Università). Anno Accademico 2006-2007 – Integrazione alla delibera dell’esonero parziale del 17/10/06

all.6

3. CONVENZIONI
3/1 Convenzione Sapienza Università di Roma/Comune di Roma per la Scuola comunale dell’infanzia

 

4. CENTRI E CONSORZI
4/1 Proposta di istituzione del Centro di Ricerca de “La Sapienza” sulle Tecnologie per l’Ambiente

  all. 7-8-9-10

4. CENTRI E CONSORZI
4/2 Proposta di istituzione del Centro di Ricerca de “La Sapienza” sulla Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S – (FormazioneCUlturaStoria)

  all. 11-12-13-14

5. BREVETTI
5/1 Brevetti RM2004A000397 del 4.8.2004 e PCT/IT2005/000390 del 7.7.2005 di proprietà della Sapienza – Università di Roma: Contratto di licenza esclusiva dei diritti alla Società GIPHARMA s.r.l.

  all.15

 


Nell’anno duemilasette, addì 23 gennaio alle ore 15.45 si è riunito, nel Salone del Senato Accademico, il Consiglio di Amministrazione per l’esame e la discussione degli argomenti iscritti al seguente ordine del giorno:

Approvazione dei verbali relativi alle sedute del 12 dicembre 2006 e del 21 dicembre 2006

COMUNICAZIONI

1. RAPPORTI UNIVERSITÀ/AZIENDE UNIVERSITARIE OSPEDALIERE

2. AFFARI CONTABILI

2/1     Indennità organi di governo

2/2      Ratifica Decreto Rettorale n. 00011 del 12.1.2007 - Esonero parziale dal pagamento delle tasse di iscrizione ai corsi di Dottorato di Ricerca attivati dalla Sapienza - Università di Roma, riservato a n. 20 unità di personale dipendente a tempo indeterminato (di cui 10 in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e 10 in servizio presso l’Università). Anno Accademico 2006-2007 – Integrazione alla delibera dell’esonero parziale del 17/10/06

3. CONVENZIONI

3/1     Convenzione Sapienza Università di Roma/Comune di Roma per la Scuola comunale dell’infanzia

4. CENTRI E CONSORZI

4/1     Proposta di istituzione del Centro di Ricerca de “La Sapienza” sulle Tecnologie per l’Ambiente

4/2      Proposta di istituzione del Centro di Ricerca de “La Sapienza” sulla Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S – (FormazioneCUlturaStoria)

5. BREVETTI

5/1      Brevetti RM2004A000397 del 4.8.2004 e PCT/IT2005/000390 del 7.7.2005 di proprietà della Sapienza – Università di Roma: Contratto di licenza esclusiva dei diritti alla Società GIPHARMA s.r.l.

VARIE ED EVENTUALI

Sono presenti: il rettore, prof. Renato Guarini; il prorettore, prof. Luigi Frati; i consiglieri: prof. Fabrizio Vestroni, prof. Adriano Redler (entra alle ore 18.20), prof. Aldo Laganà, prof. Maurizio Saponara, prof. Antonio Mussino (entra alle ore 15.47), prof.ssa Rosa Concetta Farinato, prof. Maurizio Trebbi (entra alle ore 15.47), prof. Raffaele Gentile, prof. Antonio Sili Scavalli, sig. Beniamino Altezza, dott. Roberto Ligia, sig. Ivano Simeoni, sig. Christian Bonafede, sig.ra Lorenza Falcone, sig. Gianluca Senatore, dott. Martino Trapani, sig. Gianluca Viscido; il direttore amministrativo, Carlo Musto D’Amore, che assume le funzioni di segretario.
E’ assente: sig. Marco Antonutti.
Assistono per il Collegio sindacale: dott. Domenico Oriani, dott. Giancarlo Ricotta, dott. Domenico Mastroianni.
Il presidente, constatata l’esistenza del numero legale, dichiara l’adunanza validamente costituita e apre la seduta.


APPROVAZIONE DEI VERBALI RELATIVI ALLE SEDUTE DEL 12 DICEMBRE 2006 E DEL 21 DICEMBRE 2006.

Il consigliere Sili Scavalli dichiara di avere presentato una osservazione scritta.

Il rettore dichiara che l’osservazione è stata recepita.

Il consigliere Saponara chiede chi fa la sintesi del resoconto stenografico. Pur comprendendo la difficoltà, ritiene che non sempre venga recepito il senso vero dell’intervento.

Il direttore amministrativo spiega che si tratta di un lavoro a più mani effettuato in tempi sempre molto ristretti. La bozza di verbale viene predisposta dalla dott.ssa Ricci e da lui successivamente corretta.

Secondo il consigliere Saponara si potrebbe non riportare nulla, poiché non ha senso riportare un sunto che non sempre rispecchia il significato dell’intervento.

Il consigliere Sili Scavalli desidera complimentarsi con l’Amministrazione perché, almeno per quanto concerne i suoi interventi, trova sempre una perfetta corrispondenza fra la sintesi e il senso del suo intervento quale risulta dallo stenografico.

Il consigliere Farinato chiede se lo stenografico faccia parte integrante del verbale.

Il rettore risponde di no.
 

Non essendovi altre richieste d’intervento, i verbali del 12 dicembre 2006 e del 21 dicembre 2006 sono approvati.

Alle ore 15.47 entrano nella Sala del Consiglio i consiglieri Trebbi e Mussino.
 


Il direttore amministrativo ritiene doverosa una precisazione in relazione a quanto affermato dal prof. Sili Scavalli in merito al contratto relativo al servizio di cassa e di incasso delle tasse universitarie e dei contributi universitari per conto della Sapienza Università di Roma.
Informa di aver ricevuto dal prof. Sili Scavalli alcune sentenze del Consiglio di Stato in merito all’impossibilità di rinnovare convenzioni scadute a decorrere dall’entrata in vigore di una legge dello Stato che recepisce una direttiva della Comunità europea. Ringrazia il consigliere ma sottolinea che il problema non concerne la convenzione in parola. Dà quindi lettura di quanto segue:
“Con contratto del 3/11/99, rep. n. 192 fu affidato alla Banca di Roma S.p.A. il servizio di cassa e di incasso delle tasse e dei contributi universitari per conto dell’Università “La Sapienza”, per la durata di anni 5 a decorrere dal 3/11/99. Nel periodo antecedente alla scadenza, prevista per il 2/11/2004, è stata avviata dall’Amministrazione una trattativa con la Banca, volta a definire la possibilità di rinnovare, ai sensi della normativa al momento vigente (art. 6 Legge 537/93 come modificato dall’art. 44, co.2 Legge 724/94), il contratto precedentemente stipulato, per un ulteriore quinquennio. A seguito di tale trattativa, la Banca ha formulato una offerta, accettata dall’Ateneo, in data 30/11/2004 contenente nuovi prodotti, servizi ed agevolazioni. L’analisi dei servizi e dei prodotti offerti si è protratta nel tempo, a causa della particolare natura e delicatezza del servizio ed al fine di acquisire i pareri dei Dirigenti della Rip. IV - Studenti, VI - Ragioneria, VIII - Satis e dei Segretari Amministrativi tramite il loro organismo di coordinamento.
In data 25/01/2005 è stata redatta, sulla scorta dei pareri sopraccitati, una relazione tecnico-economica sul servizio prestato dalla Banca e sull’offerta formulata dalla stessa. In tale relazione si leggono i motivi di interesse pubblico e di convenienza economica per la rinnovazione del contratto a condizione di soddisfare la richiesta di rettifica, in senso più favorevole per l’Ateneo, delle commissioni sulla fideiussione bancaria rilasciata dalla Banca di Roma in data 24/9/85, a garanzia del mutuo concesso dal Ministero del Tesoro. Tale condizione si è verificata in data 22/6/2005 ed ha comportato un risparmio pari ad € 1.696.561,00.
Con nota del 24/6/2005 la Banca di Roma, nel confermare la precedente offerta del 30/11/2004, ha riportato tutte le condizioni migliorative, derivanti dalle trattative intercorse. La normativa sopravvenuta, (art. 23 Legge 18/04/05 n. 62, in vigore dal 12/05/05), contenente il divieto di rinnovazione dei contratti, non ha trovato applicazione al caso di specie, poiché la rinnovazione stessa doveva ritenersi intervenuta con l’accettazione, in data 25/01/05, da parte dell’Ateneo dell’offerta della Banca.
Posto quanto sopra, con provvedimento n° 000756 del 4/8/2005 è stato disposto il rinnovo del contratto tratto per la durata di anni 5 a decorrere dal 3/11/2004 (la dicitura “2005” contenuta nel provvedimento è un mero refuso), secondo le condizioni offerte il 30/11/2004 e precisate in data 24/6/2005 che di seguito si riportano:
Tasso creditore sulle giacenze di cassa dell’Ateneo:
Tasso ufficiale di riferimento ridotto di 0.40 p.p. (attualmente quindi 1,60%), con liquidazione trimestrale delle competenze;
Tasso debitore per eventuale anticipazione di cassa
Euribor 1 mese (base 365) media mesi in corso, rilevabile a fine mese dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, aumentato di 2,40 p.p., con liquidazione trimestrale delle competenze;
Commissione massimo scoperto trimestrale
Esenzione;
Finanziamento a m/l termine (con rimborso a 10 anni)
(concesso il 28/10/03)
IRS 7 anni +1,25 p.p.;
Contributi a favore di codesto Ateneo:
- contributo in denaro, finalizzato al perseguimento di scopi istituzionali dell’Ateneo
Euro 1.275.000,00 per ciascun anno di durata contrattuale del servizio di cassa;
- contributo in conto interessi
€ 309.874,14 per tre annualità, e comunque a completa copertura degli interessi a valere sul finanziamento concesso in data 28/10/03 di € 5.164.000,00
- contributo in denaro per lo sviluppo e gestione dei processi informatici per il pagamento delle tasse universitarie
€ 50.000,00 per ciascun anno di durata contrattuale del servizio di cassa
- contributo in denaro per la sponsorizzazione della “Guida allo studente”
€ 36.000,00 IVA inclusa, per ciascun anno di durata contrattuale del servizio di cassa
- compenso per la gestione del servizio di cassa
Esenzione
- Incasso tasse universitarie a sportello
Esente da commissioni
- Incasso tasse universitarie tramite canale internet
Conferma delle condizioni in atto, come concordato con la lettera del 23/9/2004;
- Prestito d’onore per gli studenti dell’Ateneo
Finalizzato a sostenere gli studenti nel corso degli studi universitari.
- Progetto famiglia
Pacchetto di agevolazioni bancarie riservate al nucleo familiare degli studenti iscritti all’Ateneo.
- Carta Capitalia prepagata per gli studenti universitari
Il progetto prevede la personalizzazione della Carta Capitalia per consentire agli studenti di fruire di servizi aggiuntivi ed ottenere sconti ed agevolazioni.
- Carta pagamento stipendi
Carta Capitalia prepagata per la riscossione presso gli impianti BANCOMAT.
Attivazione del servizio di “E-COMMERCE” per tutti i Dipartimenti dell’Ateneo
Riduzione del 50% della commissione applicata per tale specifico segmento di mercato.
- Servizi di consulenza ed assistenza per ottimizzare la gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare dell’Ateneo
Con interventi diretti e, ove necessario, tramite MCC.
Con contratto stipulato il 21/12/2005 rep. n. 2048 è stato, pertanto, formalizzato il rinnovo, già efficace, a decorrere dal 3/11/2004, del servizio citato.
Si precisa, inoltre, che per quanto riguarda il contributo in denaro finalizzato al perseguimento di scopi istituzionali, definito in € 1.275.000,00 per ciascun anno di durata contrattuale, la Banca di Roma ha provveduto al versamento al Bilancio Universitario per le due annualità 3/11/04 – 2/11/05 e 3/11/05 – 2/11/06 per questo vi è traccia nei due bilanci 2005 e 2006 incassati con reversali nn. 5797 e 11956 del 2006.
Altrettanto è avvenuto per i contributi in denaro per lo sviluppo e gestione dei processi informatici per il pagamento delle tasse universitarie nonché per la sponsorizzazione della “Guida allo studente”, definiti rispettivamente in € 50.000,00, versati per le due annualità 3/11/04 – 2/11/05 e 3/11/05-2/11/06, e in € 36.000 (IVA inclusa), versati per la guida dell’anno accademico 2005/2006”.
In conclusione, le condizioni attuali risultano pertanto decisamente migliorative, rispetto a quelle precedenti. Infatti, relativamente al contributo in denaro finalizzato al perseguimento di scopi istituzionali si ha un vantaggio di € 500 mila per ogni anno di durata del contratto; per la sponsorizzazione della Guida dello Studente si hanno € 36.000 per ogni anno di durata del contratto e per i contributi in denaro per lo sviluppo e la gestione dei processi informatici per il pagamento delle tasse universitarie si ha un vantaggio di € 50.000 per ogni anno di durata del contratto. Aggiunge che per le commissioni sulla fideiussione bancaria, cui la banca ha rinunciato, il risparmio per l’università ammonta ad € 1.696.561.
Sottolinea di aver ritenuto questa precisazione doverosa nei confronti del Consiglio di amministrazione, del consigliere Sili Scavalli e dei Dirigenti che hanno collaborato, attraverso una attività molto complessa (nel pieno rispetto dell’allora vigente normativa) per il raggiungimento di queste particolari condizioni nell’interesse dell’università.
 


COMUNICAZIONI DEL RETTORE

Informa che la professoressa Marta Fattori è stata eletta Preside della Facoltà di Filosofia e di averle formulato gli auguri del Consiglio di amministrazione.
Comunica di aver nominato, con decreto del 22 dicembre, il prof. Attilio Celant, Preside della Facoltà di Economia, Presidente dell’Ateneo federato delle Scienze umanistiche, giuridiche ed economiche per l’anno 2007. Rileva che questo ateneo cambia ogni anno presidente, e ciò costituisce uno degli aspetti per i quali dovranno essere uniformati i regolamenti degli atenei federati.
Informa che sono stati eletti membri del Cun i seguenti docenti della Sapienza: i professori ordinari Vincenzo Cuomo, Andrea Lenzi e Luigi Frudà; i professori associati Roberto Capuzzo Dolcetta e Stefano Tortorella; i ricercatori Pietro Cencerelli, Eugenio Carminati, Fabio Naro e Massimo Realacci. Fa inoltre parte del Cun come membro designato il prof. Morcellini. Aggiunge di aver formulato ai nuovi eletti gli auguri di buon lavoro. Nella cerimonia di passaggio delle consegne vi è stato uno scambio di esperienze con i membri uscenti sull’attività svolta e sui programmi futuri.
Comunica che è operativo, per il Senato accademico, il sistema di informatizzazione degli Organi collegiali dell’Università. Il nuovo sistema è stato elaborato dal dott. Domenico Bogliolo e dalla dottoressa Paola Pittoni del SATIS con il coordinamento del Dirigente della Ripartizione V, dott. Ferdinando Palange.
Il sistema consente di automatizzare la creazione dell’ordine del giorno e le relative pratiche con i rispettivi allegati, la compilazione delle delibere, il deposito sicuro delle pratiche sulla piattaforma documentale di intranet e la presa visione telematica dei documenti da parte dei membri degli organi collegiali. Verranno progressivamente rese operative funzioni avanzate di ricerca. Il sistema sarà esteso a breve al Consiglio di amministrazione.
 


 

 

RAPPORTI UNIVERSITA’/AZIENDE UNIVERSITARIE OSPEDALIERE

Il Presidente ricorda che il C.d.A., nella seduta del 14.11.2006, ha nominato i componenti della Commissione Policlinico e Aziende Ospedaliere, per la definizione dei rapporti tra l’Università e le Aziende universitarie ospedaliere. Nella stessa data e nelle successive sedute del 28.11.2006 e del 21.12.2006 alcuni Consiglieri hanno richiesto che fosse esaminata dal C.d.A. la situazione dei rapporti con l’Azienda, al fine di chiarire definitivamente le competenze dell’amministrazione universitaria specificatamente nei confronti dell’Azienda Policlinico Umberto I.
A tal fine,il 10.1.2007, è stata convocata una prima riunione della Commissione , alla cui attenzione è stata portata una relazione che di seguito si trascrive:
“Già nella seduta del 21.9.2005 il C.d.A. si era riunito per esaminare la relazione volta alla definizione dei rapporti tra Università e Azienda Policlinico.
Nel corso della riunione, dopo aver esaminato tutte le aree di discussione predisposte dagli Uffici,erano emerse, tra l’altro delle perplessità in ordine a due aspetti fondamentali della questione che riguardano le modalità di compartecipazione dell’Università e della Regione ai risultati di gestione dell’Azienda e la partecipazione dell’Università ad eventuali disavanzi dell’Azienda stessa.
La presente relazione ha altresì lo scopo di aggiornare le varie situazioni, ancora in attesa di risoluzione, per addivenire:
a) alla definizione dei rapporti economico-patrimoniali tra Università e Azienda Policlinico;
b) alla definizione della eventuale partecipazione dell’Università al ripiano delle perdite di gestione dell’Azienda.

Si ritiene opportuno, innanzitutto, inquadrare l’argomento nell’ambito della normativa che ha riguardato il Policlinico nella sua evoluzione, verso l’attuale assetto.
Come ben noto, la grave situazione in cui versava l’Azienda Policlinico Umberto I (vedasi resoconti seduta n. 609 della Camera del 22.10.1999) ha indotto il Governo nel 1999 a intervenire con procedura d’urgenza emanando il Decreto legge n. 341, convertito in legge 453/99, con cui si è provveduto, previa cessazione dell’Azienda Universitaria, alla costituzione dell’Azienda Policlinico Umberto I con personalità giuridica di diritto pubblico, dotata di autonomia gestionale, patrimoniale e contabile. Il provvedimento in questione non ha previsto un subentro della seconda alla prima nei rapporti debitori sorti antecedentemente alla cessazione. La scelta operata dal legislatore è stata invece quella di istituire un’apposita gestione separata (art. 2 D.L. 341/99) in cui far confluire crediti e debiti maturati fino alla medesima data.
In precedenza l’art. 6 della legge 419 del 30 novembre 1998 aveva delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi al fine di definire i rapporti tra Università e Servizio Sanitario Nazionale. In attuazione di tale delega è stato emanato il D.lgs. 517/99 allo scopo di rafforzare i meccanismi di collaborazione tra Università e S.S.N. introducendo nuovi modelli gestionali, con l’ambizioso tentativo di superare pregresse conflittualità.
L’ art. 2 del D.lgs. 517/99 prevede che la collaborazione tra Università e S.S.N. si realizzi attraverso un modello nuovo di Azienda Ospedaliera universitaria, cui pervenire al termine di un quadriennio di sperimentazione, decorrente dall’entrata in vigore del decreto medesimo (pubblicato nella G.U. 12.01.2000). In tale periodo transitorio è prevista l’articolazione in due diverse tipologie aziendali: a) aziende ospedaliere, costituite dalla trasformazione dei policlinici a gestione diretta, denominate aziende ospedaliere universitarie integrate con il S.S.N. (a tale tipologia appartiene l’Azienda Policlinico Umberto I); b) aziende ospedaliere sorte dalla trasformazione dei presidi ospedalieri con prevalenza del corso di laurea in Medicina e chirurgia, denominate aziende ospedaliere integrate con l’Università (a tale tipologia appartiene l’Azienda Ospedaliera S.Andrea). In proposito corre l’obbligo di precisare che, per quanto attiene alla Sapienza, il quadriennio di sperimentazione decorre non dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo, bensì da quella di sottoscrizione del Protocollo d’Intesa (2 agosto 2002), tenuto conto che tale protocollo, come previsto dall’art. 1 del D.Lgs. 517/99 ha regolamentato i rapporti tra S.S.N. e Università. Terminato il quadriennio di sperimentazione è prevista l’automatica applicazione del D.Lgs. 517/99, per pervenire ad un modello unico di azienda ospedaliera universitaria.
Nell’esperienza pratica, tuttavia, non si è ancora pervenuti ad una piena e uniforme applicazione delle norme sopraccitate.
Il finanziamento delle Aziende, ai sensi dell’art. 7 del D.lgs. 517/99 è a carico sia delle Università che del Fondo Sanitario Regionale.
In particolare le Università concorrono alle attività correnti attraverso l’apporto di personale (docente e non docente) e di beni mobili e immobili, mentre le Regioni contribuiscono mediante il corrispettivo dell’attività svolta, riconoscendo i maggiori costi indotti sulle attività assistenziali dalle funzioni di didattica e di ricerca.
Gli artt. 7 (II° comma) e 8 (VII° comma) del D.Lgs. 517/99 demandano a successivi atti di indirizzo e coordinamento (da adottarsi su proposta dei Ministri della Sanità e dell’Università) sia la determinazione dell’entità dei finanziamenti regionali sia le modalità di compartecipazione ai risultati di gestione.
L’unico atto di indirizzo e coordinamento emanato in applicazione del D.lgs. 517/99 è costituito dal D.P.C.M. del 24 maggio 2001 (linee guida per la stipula dei Protocolli di intesa Università/Regione).
In particolare, l’art. 10 prevede una compartecipazione dell’Università e della Regione ai risultati di gestione per quote percentuali determinate nei protocolli di intesa, in base a “criteri correlati ai risultati dell’attività e della gestione delle strutture a direzione ospedaliera ed universitaria certificati con contabilità analitica negli atti di bilancio, nonché ai rapporti numerici tra personale dirigente ospedaliero e personale universitario”.. Specifica, altresì, che l’Università realizza tale compartecipazione con l’apporto di personale docente e non docente e di beni mobili e immobili, la cui valorizzazione costituisce il contributo economico finanziario di cui all’art. 7 del D.lgs. 517/99 (art. 10 Linee guida commi II° e III° ). In particolare il comma 7 stabilisce che i risultati positivi di gestione dell’Azienda, decurtati della quota da destinare al ripiano di eventuali risultati negativi, sono utilizzati per finanziare programmi di ricerca.
Ulteriori modalità di compartecipazione possono essere stabilite in sede di Conferenza Stato Regioni Province autonome.
Tale Accordo è stato sottoscritto l’ 8 agosto del 2001 ed è intervenuto a dirimere le controversie tra Governo e Regioni in merito alle congruità delle risorse statali in materia sanitaria. Punti salienti dell’intesa sono: risoluzione di tutte le questioni inerenti ai disavanzi nel settore antecedenti al 31.12.2001; incremento del finanziamento statale alla spesa pubblica in materia sanitaria, subordinato a particolari condizioni (monitoraggio della spesa, rispetto del patto di stabilità interno ecc.); assunzione da parte delle Regioni dell’impegno a far fronte ad ulteriori esigenze finanziarie con mezzi propri; determinazione complessiva ed onnicomprensiva della disponibilità di risorse da destinare al finanziamento del S.S.N. per il triennio 2002/2004.
Con particolare riferimento alla problematica affrontata in questa sede si segnala il punto 13 del testo in cui è prevista da parte del Governo l’assunzione dell’impegno ad emanare “tutti i provvedimenti necessari a riconfermare la piena riconduzione delle attività assistenziali svolte dalle Aziende Ospedaliere universitarie (miste e/o Policlinici) alla programmazione regionale, prevedendo un’adeguata corresponsabilizzazione finanziaria delle Università per la loro parte.
Per quanto riguarda l’esigenza espressa dalla Regione Lazio circa gli oneri connessi ai policlinici a gestione diretta - condivisa da altre Regioni in situazioni similari - il Governo si impegna a definire, compatibilmente con le condizioni di finanza pubblica, e previa presentazione di un piano di risanamento da parte della Regione interessata, uno specifico stanziamento pluriennale, il cui onere dovrà essere coperto con risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle riportate nel presente accordo
”.
L’Accordo in questione è stato recepito dal D.L. 347/2001 convertito in Legge 405/2001.
E’ opportuno precisare che il Protocollo d’Intesa stipulato il 02.08.2002 dall’Università La Sapienza e la Regione Lazio, disciplina nell’art. 5 le modalità di finanziamento, stabilendo altresì che gli oneri sostenuti dall’Università per la retribuzione del personale universitario convenzionato e per le immobilizzazioni e le attrezzature universitarie utilizzate anche per l’assistenza devono essere rilevati nella relazione economica e finanziaria delle Aziende – Policlinico Umberto I e S. Andrea ed evidenziati nei rispettivi atti di bilancio. Nell’ultimo comma viene precisato, con riferimento all’Accordo Stato Regioni dell’08.08.2001, che la Regione Lazio si assume l’onere del finanziamento delle attività assistenziali del Policlinico salvo successive intese quando necessarie.
In attuazione dell’Accordo sopra citato e in relazione al piano di risanamento del Policlinico Umberto I presentato dalla Regione Lazio per gli anni 2002/2004, la Legge 24 dicembre 2003 n. 350 Finanziaria 2004 all’art. 3 comma 144 ha previsto l’assegnazione alla Regione Lazio a favore dell’Azienda Policlinico Umberto I di 65 milioni di euro per l’anno 2004, 60 milioni di euro per l’anno 2005 e 75 milioni di euro per l’anno 2006.

Per quanto riguarda, più in generale, i rapporti con l’Azienda Policlinico, si ripropone, per facilità di lettura, lo stesso schema già utilizzato nella precedente istruttoria.

1. Patrimonio immobiliare
2. Infrastrutture
3. Personale
4. Spese sociali
5. Attività formative
6. Dipartimenti
7. Ulteriori partite contabili

Relativamente ai suindicati punti verranno esposti gli esiti degli incontri e delle trattative tenuti con il Direttore Generale pro-tempore dell’Azienda Policlinico.

1. Patrimonio immobiliare
L’Azienda Policlinico, nonostante la mancanza di un atto formale di conferimento dei beni, ne mantiene attualmente la disponibilità e quindi ha svolto e svolge senza interruzioni la propria attività istituzionale.
L’atto di regolazione dell’uso del patrimonio, redatto in attuazione di quanto previsto dalla normativa e trasmesso all’Azienda con nota del 5/5/2005 prot. G112612, è rimasto senza riscontro.
Si ricorda che, nella seduta del 4.10.2005, il C.d.A., nell’esaminare la questione relativa all’utilizzazione del Complesso denominato ex Regina Elena ha approvato il relativo piano di utilizzo, presentato dal Preside della I Facoltà di Medicina e Chirurgia, destinando in particolare gli edifici A-D-E alle attività cliniche connesse con le Biotecnologie tra cui rientrava anche Ematologia.
A seguito di ciò, è scaturito uno scambio di corrispondenza tra l’Ateneo e l’Azienda conclusosi, in ultimo, con una riunione tenuta in data 26.10.2006, alla quale hanno partecipato i rappresentanti di entrambe le parti.
Nella riunione è stato convenuto di definire l’intera vicenda che riguarda la questione immobiliare, attraverso l’attuazione di un piano di rilascio degli spazi relativi all’edificio Clinica Ortopedica e la costituzione di un organismo di raccordo Università/Policlinico al fine di esaminare la bozza dell’atto di regolazione dei rapporti tra le parti e la gestione del patrimonio immobiliare, composto dal Rettore, dal pro-rettore Vicario, dal Direttore Amministrativo, dal Direttore Generale dell’Azienda e da tre rappresentanti dell’Azienda e da tre dell’Università, per la parte universitaria nominati, con rettorale del 6.12.2006, il Pro-rettore all’edilizia, il Dirigente la Ripartizione Patrimonio e il Responsabile dell’Ufficio Tecnico Città Universitaria.
L’Azienda ad oggi non ha ancora provveduto a nominare i propri rappresentanti.
Si ricorda che il patrimonio immobiliare all’interno della cinta del Policlinico fa parte del complesso di beni immobili in uso perpetuo e gratuito all’Università, che ai sensi della legge 136/01, deve essere trasferito in proprietà all’Ateneo.
L’Agenzia del Demanio, in merito alla richiesta di trasferimento di cui sopra, ha evidenziato che, “in ogni caso, gli immobili di cui trattasi potranno certamente essere dati in uso al Policlinico, ma esclusivamente per esigenze di tipo sanitario e solo fino al permanere delle esigenze medesime, nel pieno rispetto delle procedure previste dall’art. 8, comma 4, del D.L.gs 517/1999, sottolineando che al venir meno delle suddette esigenze sanitarie i cespiti dati in uso al S.S.N. dovranno essere restituiti ai sensi del D. L.gs sopra citato”.
Nonostante le reiterate richieste, l’intermediazione politica dei vertici istituzionali e un’intensa attività di ricognizione catastale propedeutica al suddetto trasferimento, lo stesso non è stato, ad oggi, attuato.
Da ultimo, il comma 203 dell’art. 1 della Legge finanziaria per il 2007, prevede che “entro la data del 30 giugno 2007, con regolamento da adottare con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dell’Università e della Ricerca, ai sensi dell’art.17, comma2 della L. 23/8/1988, n. 400, sono individuati i criteri, le modalità e i termini del trasferimento in favore delle Università statali di cui al presente comma”.
Detta previsione lascia presupporre che l’effettivo trasferimento subirà un ulteriore slittamento.

2. Infrastrutture

Nell’ambito delle infrastrutture utilizzate dall’Azienda, occorre analizzare distintamente le criticità concernenti la termogestione e le reti di fonia e dati.
Riguardo il primo aspetto, si ritiene utile riportare il testo già presentato nel precedente Consiglio:
L’Azienda, dal 1999 ha di fatto gestito autonomamente gli impianti ed ha definito proroghe e rinnovi contrattuali che hanno obbligato l’Università ad adeguarsi a tali decisioni.
Come già suggerito in precedenza dal SAE, per la gestione della quota ordinaria degli interventi relativi alla Centrale Termica, sita presso il Policlinico ed utilizzata anche per la fornitura di calore alla Città Universitaria, l’Azienda avrebbe dovuto attivare una procedura informativa, con periodicità trimestrale, relativamente a tutti gli interventi esperiti, mentre per la quota straordinaria degli interventi da operare presso la stessa sede, si sarebbe dovuta di attivare una procedura di consultazione tale da assicurare decisioni tecnico–economiche concordate.
Tra i lavori in programma:

  •  sono state avviate le procedure per la realizzazione, in forma di Project Financing, di un impianto di cogenerazione per il Policlinico;
  •  è allo studio un impianto di cogenerazione per la Città Universitaria (anche in forma di generazione distribuita dell’energia) per provvedere ad una separazione delle due entità dal punto di vista della produzione dell’energia;

  • è allo studio un sistema di termovalorizzatore dei rifiuti del Policlinico;
  • infine, inderogabile sarà la pianificazione della realizzazione di interventi di riqualificazione delle reti di distribuzione del Policlinico e della Città Universitaria.

Appare necessario ed urgente che Azienda e l’Università definiscano condizioni e modalità di gestione della Centrale Termica e dei servizi collegati all’appalto per il riscaldamento e condizionamento sia del Policlinico, sia della Città Universitaria e condizioni e modalità per la realizzazione dei nuovi lavori”.

Con Disposizione Direttoriale del 31/7/2006 è stato rinnovato l’incarico di Energy Manager quale Responsabile per la conservazione dell’uso razionale dell’energia, per quanto concerne i consumi dell’Università “La Sapienza” e le infrastrutture edili ed impiantistiche delle relative sedi. In particolare, lo stesso ha comunicato che non sono stati ancora attivati i programmi summenzionati.
Per quanto riguarda le "modalità di gestione della Centrale Termica e dei servizi collegati all'appalto per il riscaldamento e condizionamento sia del Policlinico, sia della Città Universitaria e condizioni e modalità per la realizzazione dei nuovi lavori" la materia è oggetto di studio per la gara termogestioni di imminente espletamento.
A tale scopo si è ritenuto opportuno istituire un gruppo di lavoro congiunto tra rappresentanti dell’Ateneo e dell’Azienda.
Riguardo il secondo aspetto, le reti sono attualmente così strutturate:

Rete telefonica: la centrale telefonica dell’Università serve attualmente, tramite collegamenti punto-punto (non si usa la rete interna del Policlinico), circa 100 utenze universitarie presso il Policlinico. La rete telefonica del Policlinico è separata e, salvo alcune utenze non facilmente assegnabili univocamente, attualmente non vi sono aree di sovrapposizione. Occorre ancora definire una regolamentazione che preveda la possibilità, per l’Università, di stendere le linee all’interno delle aree del Policlinico. Per inciso la potenzialità di servizio della centrale telefonica dell’università per le nuove utenze presso il Policlinico è di circa 150 linee. E’ stata attuata l’interconnessione delle due centrali telefoniche per l’eliminazione dei costi delle telefonate tra i due enti.

Rete dati: si ricorda che l’Università La Sapienza, attraverso il CICS (attuale Citicord) ha realizzato con propri fondi nel complesso principale del Policlinico una rete trasmissione dati per la ricerca, per la didattica e per le attività di supporto alla funzione universitaria, diversa da quella utilizzata dal Policlinico per le attività di assistenza.
L’esistenza della rete universitaria non è regolata da alcuno specifico accordo formale. Sono poi stati realizzati i collegamenti in fibra ottica per le sedi esterne alla cinta del Policlinico (Clinica Odontoiatrica, Clinica Ortopedica, Clinica Neurologica, Centro Trasfusionale di Via Chieti, Uffici amministrativi dell’Azienda dello stabile di Via Baglivi).
Considerato il fatto che Il Policlinico integra la propria attività primaria di assistenza con quelle di ricerca e didattica, e che L’Università si è data l’obiettivo, attraverso le strutture preposte, di realizzare una rete organica a tutte le componenti, sarebbe opportuno avviare, di concerto con l’Azienda, un esame delle alternative possibili, da formalizzare con un successivo accordo per consentire l’utilizzo da parte del Policlinico dei collegamenti in fibra ottica già esistenti e collegare, con le tecnologie più adeguate, le sedi di Ematologia, in Via Benevento, di Neuropsichiatria Infantile, in Via dei Sabelli, di Palazzo Baleani, di Villa Tiburtina, dell’Ex Regina Elena.

Considerate le precarie condizioni in cui versa la rete del Policlinico, sono stati avviati, da parte del Gruppo Rete, coordinati dal Responsabile del CITICORD, gli interventi necessari per adeguarla ad uno standard accettabile, il cui completamento è previsto per il prossimo mese di febbraio.

3. Personale

Nel precedente documento prodotto per la riunione tematica è stata riportata la cronistoria degli eventi che hanno caratterizzato la vita del Policlinico Umberto I a partire dalla fase della gestione diretta.
In tale contesto, è stato fatto cenno alla Convenzione stipulata con la Regione Lazio, che ha regolato i rapporti tra Università e Policlinico dal 1990 fino alla sottoscrizione del Protocollo d’Intesa avvenuta in data 2.8.2002, con particolare riferimento all’utilizzo del personale ivi in servizio ed alle implicazioni economiche complessive, inclusa l’assunzione degli oneri derivanti dalla sua equiparazione al personale del S.S.N. ex art. 31 D.P.R. 761/77 da parte della Regione stessa, oltre alla questione ancora in fieri delle procedure previste dall’art. 8, comma 5, del D.Lgs 517/99 per il trasferimento del personale tecnico-amministrativo all’Azienda. Si è poi accennato all’accordo prefettizio del 21.3.2002 con il quale le parti si sono impegnate a non procedere unilateralmente alla destrutturazione del personale ed è stato quindi riportato il contingente di personale docente e ricercatore in servizio alla data del 31.7.2005 nonché il contingente di personale tecnico-amministrativo in servizio al 12.11.2004, data del decreto rettorale di assegnazione funzionale.
Nel documento sono state trattate, inoltre, anche altre tematiche, tra le quali quelle riguardanti il decongestionamento dell’Azienda Policlinico Umberto I, con specifico riguardo:
- all’attivazione dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, con un passaggio sui rapporti intercorrenti tra tale struttura e questo Ateneo, con particolare riferimento alla gestione amministrativa ed economica del personale medico strutturato presso la II facoltà di Medicina e Chirurgia e del personale tecnico-amministrativo.
- alle fasi di attuazione del decentramento presso il Polo Pontino, con la citazione degli accordi attuativi stipulati da questa Università sia con la Regione Lazio che con la A.S.L. di Latina, che prevedono, rispettivamente, il trasferimento di posti letto e di day hospital alla A.S.L. di Latina e la concreta attivazione dell’attività assistenziale presso le strutture accreditate Ospedale Fiorini di Terracina, Casa di Cura San Marco e Casa di Cura ICOT di Latina.
Ciò posto, si ritiene utile un aggiornamento sull’attività provvedimentale svolta che, insieme alle cessazioni dal servizio, per una parte, ha inciso sui dati riguardanti il contingente di personale docente e, per quanto riguarda il contingente del personale tecnico-amministrativo, anche sulla sua distribuzione all’interno delle categorie di inquadramento. Inoltre si riporta l’assegnazione di personale docente e ricercatore nonché tecnico amministrativo alle strutture individuate come bacino di decongestionamento. Di tale attività provvedimentale viene data di seguito dettagliata descrizione.

3.1. Personale docente:

3.1.1.Convenzioni assistenziali vigenti

Per quanto attiene alle convenzioni assistenziali stipulate con Aziende diverse dalle Aziende di riferimento, ai sensi dell’art. 2 commi 4 e 5 del D.lgs. 517/99 e in attuazione del decentramento dell’attività assistenziale previsto nel Protocollo d’Intesa Università/Regione Lazio del 02.08.2002 si segnala che rispetto alla situazione quo ante, non sono intervenute sostanziali variazioni, né con riferimento al numero delle convenzioni in essere, né al numero delle unità di personale strutturato. In prospettiva si segnala che si prevede in futuro il trasferimento di ulteriori docenti presso le strutture della A.S.L. di Latina, in virtù degli accordi stipulati. Nel breve termine si segnala che è in fieri il procedimento per l’affidamento a personale docente universitario (1 P.O., 3 P.A. e 6 R.U.) della direzione di n. 4 U.O.C. e di n. 6 U.O.S./U.O.D. presso strutture sanitarie del Polo Pontino, previa adozione da parte dell’Azienda Policlinico Umberto I del provvedimento di destrutturazione.
Al riguardo sembra necessario evidenziare che talune Aziende sono in ritardo nella rifusione delle somme anticipate dall’Università per la corresponsione delle indennità assistenziali, tale fatto potrebbe costituire un elemento di valutazione circa il rinnovo delle convenzioni stesse al momento della scadenza. Infatti, l’Università La Sapienza, secondo i dati comunicati dall’Ufficio Stipendi, vanta un credito (per le convenzioni vigenti) nei confronti delle Aziende morose di € 3.010.460,03, (tale importo, limitatamente all’Azienda S.Camillo Forlanini e alla A.S.L. RMA, non è ancora aggiornato al periodo 2005-2006). A tale cifra deve essere altresì aggiunta la somma di € 733.851,93, di cui L’Università La Sapienza risulta creditrice nei confronti di diverse aziende ospedaliere per pregresse convenzioni non più vigenti.
Sul punto è comunque importante evidenziare che l’Amministrazione ha posto un focus particolare, atteso che già da tempo sono in corso azioni coordinate ai fini del recupero dei crediti e che peraltro è stato costituito un settore stabilmente preposto al recupero crediti anche per altre linee di attività.
Di seguito si riporta l’elenco delle convenzioni, il numero totale di unità di personale strutturato e la relativa qualifica:

irccs Neuromed di Pozzilli

a.s.l. di Latina – polo pontino

Policlinico Militare di Roma - Celio

a.s.l. RM/A presidio ospedaliero S. Anna

Azienda Ospedaliera S. Camillo – Forlanini
(c.u.b.e. e genetica medica)

Il personale di ruolo in servizio presso le strutture convenzionate sopra indicate è così individuato:
 

PROFESSORI ORDINARI  n. 6
PROFESSORI ASSOCIATI  n. 23
RICERCATORI  n. 11
PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO  n. 3

3.1.2 convenzioni sul finanziamento posti di ruolo Azienda Policlinico Umberto I

Sulla base del Regolamento attualmente in vigore, deliberato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, rispettivamente nelle sedute del 10.07.2004 e del 30.09.2003, ed emanato con D.R. n. 508 del 25.11.2003, enti esterni, sia pubblici, che privati, possono proporre all’Università il finanziamento di posti di ruolo di professori di prima e seconda fascia e ricercatori universitari.
Tale proposta, da perfezionarsi tramite la stipula di apposita convenzione, previa esibizione di apposita garanzia (fideiussione bancaria/assicurativa, impegno di spesa) da parte dell’ente proponente, deve essere preventivamente valutata dalla Facoltà interessata, dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, tenuto conto dello sviluppo della didattica e della ricerca nel settore scientifico disciplinare proposto.
E’ chiaro l’interesse della Facoltà allo sviluppo della didattica e della ricerca in tutti i campi di propria pertinenza, per cui talvolta la carenza di professionalità ha trovato soluzione nei finanziamenti proposti dall’Azienda Policlinico per il tramite dello strumento convenzionale, che è stato sottoposto all’approvazione oltre che della I^ Facoltà di Medicina, anche del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione.
Alla luce di quanto sopra sono state stipulate due Convenzioni con l’Azienda Policlinico.

Dati complessivi riferiti ai docenti della I Facolta’ di Medicina e Chirurgia

Si riportano nel seguito i dati del personale aggiornati alla data dell’01.11.2006 comprensivi delle procedure concorsuali e di trasferimento perfezionate a tale data:

 

Professori Ordinari n. 235 dei quali 5 fuori ruolo
Professori Associati n. 387 dei quali 5 fuori ruolo
Ricercatori n. 726
Assistenti R.E. n. 23

Tot. Gen.

 1.371
   

Di tale contingente, il personale docente e ricercatore strutturato al 31.10.2006 è il seguente:

 

 

Area medica

 Area non medica

Totale

Professori Ordinari 141  3 144
Professori Associati  274 13 287
Ricercatori  526  58  584
Assistenti Ordinari  13  1 14
   

Tot. Gen.

 1.155

 3.2. Personale tecnico-amministrativo

3.2.1. Progressioni orizzontali ex artt. 56-59 ccnl 9.8.2000

Accordo di contrattazione collettiva integrativa dell’11.02.04

In data 11.02.04 tra l’Amministrazione, le OO.SS. e le RSU è stato sottoscritto un Accordo di Contrattazione Collettiva Integrativa riferito ad alcuni istituti previsti dal CCNL Comparto Università 1998/2001 tra i quali la mobilità orizzontale e le progressioni verticali.

Mobilità orizzontale ex art. 56 CCNL 1998/2001

Sulla base del Regolamento approvato nella seduta di contrattazione del 30.06.2004, nonché della disciplina suppletiva prevista dall’art. 59 del sopraccitato CCNL, al personale tecnico-amministrativo in servizio nell’Università e strutturato nell’Azienda Policlinico Umberto I e Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, con rapporto a tempo indeterminato, ivi incluso il personale con rapporto a tempo parziale, in possesso di un’anzianità complessiva di almeno tre anni di servizio maturata entro il 01.01.2004 è stata applicata, a decorrere dal 01.01.2004, la progressione economica all’interno della categoria.
La progressione economica all’interno della categoria è stata applicata anche al personale che ha maturato i tre anni di servizio successivamente al 01.01.2004 ed entro il 31.12.2004, con decorrenza dal compimento del triennio di servizio utile.
E’ rimasto fuori dall’applicazione di detto istituto contrattuale personale che, nel corso del biennio immediatamente precedente la maturazione del triennio di servizio, è incorso in una sanzione più grave del rimprovero scritto.
Il passaggio all’interno delle categorie è avvenuto attraverso meccanismi selettivi degli aventi titolo, tesi alla verifica in ordine al possesso di almeno due dei seguenti indicatori ponderati:
a) partecipazione ad attività formative debitamente certificate;
b) arricchimento professionale derivante dall’esperienza lavorativa;
c) anzianità di servizio prestato senza essere incorsi negli ultimi due anni in sanzioni disciplinari più gravi del rimprovero scritto;
d) qualità delle prestazioni individuali debitamente certificate dal Responsabile della Struttura di appartenenza;
e) titoli culturali e professionali.

La verifica del possesso di tali requisiti è avvenuta attraverso la compilazione da parte del dipendente di una scheda elettronica resa disponibile sul sito web dell’Università ed inviata per via telematica dai responsabili della Struttura presso cui afferiva il dipendente alla Ripartizione II Personale.
La progressione orizzontale ha riguardato il sotto indicato personale assegnato funzionalmente all’Azienda Policlinico Umberto I:
 

Cat. B Totale  n. 631
Cat. C Totale n. 1226
Cat. D Totale n. 542
Cat. EP Totale n. 268
TOTALE PERSONALE T.A. Totale n. 2667

3.2.2. Progressioni verticali ex art. 57 CCNL 9.8.2000

Nel maggio 2005 venne presentata al C.d.A. (12/05/05) ed al S.A. (17/05/05) la relazione elaborata dalla Ripartizione II Personale, sulla Programmazione del fabbisogno che alla luce del modello di programmazione adottato dal Consiglio di Amministrazione de “La Sapienza” nel 2002, offriva tra l’altro, un’informativa in ordine alla disponibilità di risorse allocate nel bilancio nel periodo 2002/2005.
Nella relazione, oltre all’evoluzione dei flussi in entrata ed in uscita del personale docente e tecnico amministrativo nel periodo 2001-2005 ed all’analisi dell’andamento della spesa per il personale di ruolo docente e tecnico amministrativo, veniva formulata un’ipotesi di ripartizione delle risorse individuate in sede di stesura del bilancio di previsione e destinate al personale.
Va altresì ricordato che, secondo gli accordi stipulati in sede di Contrattazione di Ateneo, quota parte di tali risorse è stata utilizzata per le verticalizzazioni del personale tecnico amministrativo attraverso i relativi bandi le cui procedure sono ormai, quasi tutte, in via di conclusione.
Relativamente all’istituto della mobilità verticale, disciplinato dall’art. 57 del CCNL 9.08.2004, a seguito dell’Accordo di Contrattazione Integrativa dell’11.02.2004, è stata costituita, tra le altre, la Commissione Bilaterale tecnica per le Progressioni Verticali, con D.R. n. 00204 del 21.05.2004, che al termine dei lavori preparatori, ha presentato un Regolamento sull’istituto in oggetto. Tale Regolamento è stato approvato dalla parte pubblica, dalle OO.SS. e dalla maggioranza della RSU Universitaria nella seduta di concertazione e contrattazione integrativa dell’11.11.2004.
La mobilità verticale è stata attuata sulla base delle risorse economiche disponibili, che sono state esposte nel documento presentato per la programmazione triennale per gli anni 2003, 2004 e 2005 approvato dal C.d.A.
Il numero dei posti da destinare ai suddetti passaggi è stato definito dall’Amministrazione, secondo quanto stabilisce l’art. 57, comma 6, CCNL Comparto Università, accantonando il 50% delle risorse disponibili per i posti da ricoprire con procedure di mobilità esterna, facendo riferimento anche al progetto di decongestionamento in atto nell’Ateneo, al fine di garantire la funzionalità degli Atenei Federati.

Il numero dei posti destinati alle progressioni verticali del personale universitario in servizio a tempo indeterminato, funzionalmente assegnato presso l’Azienda Policlinico Umberto I e all’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea è risultato essere il seguente:

 

Categoria di partenza Categoria e Posizione Economica di arrivo  Numero posti disponibili
B C - pos. econom. 1 210
C D - pos. econom. 1 212
D EP – pos. econom. 1 4
    Tot. 426

Con cadenza annuale verranno verificate le disponibilità finanziarie per il prosieguo della manovra, che l’Amministrazione si è impegnata a completare entro 36 mesi. Le graduatorie avranno, pertanto, validità per tale periodo.
Definite le modalità di accesso del personale alla procedura sopraccitata, con Decreto del Direttore Amministrativo n. 192/04 del 21.12.2004, è stata definita la ripartizione dei posti da bandire per le progressioni verticali nel sistema di classificazione di cui all’art. 57 CCNL 1998/2001.
A tal proposito il 30.12.2004, sono stati affissi all’Albo del Rettorato e pubblicati sul sito web dell’Ateneo i testi integrali dei bandi relativi ai posti disponibili per le progressioni verticali.

Dati complessivi riferiti a personale tecnico-amministrativo

Si riportano nel seguito i dati del personale tecnico-amministrativo aggiornati alla data dell’01.11.2006 e comprensivi delle citate procedure di mobilità orizzontale nonché delle procedure di verticalizzazione:
 

Cat. B Totale n. 551
Cat. C Totale n. 1113
Cat. D Totale n. 584
Cat. EP Totale n. 257
Ruolo ad Esaurimento Totale n. 1
TOTALE PERSONALE T.A. Totale n. 2506

3.3. Si ritiene di dover fornire, altresì, con riferimento all’anno 2005, i dati aggiornati relativi al trattamento fondamentale, integralmente a carico dell’Amministrazione Universitaria, e di tutte le indennità accessorie, integralmente a carico del bilancio dell’Azienda riferiti al contingente di personale docente e ricercatore nonché al personale tecnico amministrativo, dati risultanti dalle tabelle trasmesse dall’Ufficio Stipendi (all.1). Nella cat. EP2 e EP3, in particolare, è compreso il contingente complessivo di n. 86 ex medici assunti dall’Università, a seguito di ordinanze prefettizie, con contratti a tempo determinato per lo svolgimento di esclusiva attività assistenziale dal 1989 nel corso di vari anni fino a quando gli stessi non sono stati confermati in servizio con contratti di lavoro a tempo determinato della durata di tre anni, ai sensi dell’art. 19, comma 9bis, del C.C.N.L. sottoscritto in data 21.5.1996 e, quindi, inquadrati in ruolo nella categoria EP1, ai sensi dell’art. 51 del C.C.N.L. sottoscritto in data 9.8.2000.
Per tale contingente di personale a decorrere dal 1.9.2000, data dell’inquadramento a tempo indeterminato, e fino al 31.12.2006 la spesa complessiva (calcolata sulla base dei costi medi di Ateneo nei rispettivi anni) è quantificabile orientativamente in Euro 20.000.000 ,00 a cui vanno aggiunti gli oneri relativi al personale nel frattempo cessato nella medesima categoria.

3.4. Si vuole, infine, includere fra gli argomenti d’interesse dell’odierna riunione tematica il problema dell’archivio del personale tecnico-amministrativo in servizio presso l’Azienda stessa.
I fascicoli del personale tecnico-amministrativo in servizio o cessato dal servizio, già contenuti in vari locali all’interno del Policlinico Umberto I, sono stati trasferiti in tre fasi distinte (una nel 1996, una nel 2002 e una nel 2003) presso un deposito esterno gestito dalla società TRASER in forza di un contratto in essere tra tale società e l’Azienda.
I primi due contingenti sono considerati “archivio online”, sono cioè movimentati dalla società TRASER che, su richiesta del Servizio Personale Strutturato presso l’Azienda Policlinico di questa Ripartizione, preleva e consegna, con cadenza settimanale, i fascicoli allo stesso Servizio che, poi, provvede a smistarli agli altri uffici dell’Amministrazione universitaria richiedenti. L’ultimo contingente viene considerato dalla società TRASER come “archivio morto”, vale a dire fascicoli da non movimentare in quanto non inseriti in cardex ma mantenuti negli stessi scatoloni usati per il trasferimento.
La loro movimentazione attualmente viene effettuata dalla TRASER solo a titolo di cortesia e, quindi, con tempi più lunghi e conseguenze negative facilmente intuibili nella lavorazione delle pratiche. La trasformazione dell’ “archivio morto” in “archivio online” potrà avvenire, come riferisce sempre l’addetto, solo a seguito di una modifica del contratto in essere con l’Azienda che, ad oggi, non si è ancora realizzata.

4. Spese Sociali

Si ricorda che la Scuola dell’Infanzia sita nella Città Universitaria è attualmente in convenzione con il Comune e pertanto il suo funzionamento rispetta il calendario comunale che vede l’apertura della scuola a metà settembre e la sua chiusura a fine giugno.
Negli accordi firmati nella riunione della Commissione per la Contrattazione decentrata del 27.01.97, al Capo II, art.14, si recita che: “.…in coincidenza della sospensione dell’attività didattica o per soddisfare eventuali esigenze di prolungamento di orario dalle ore 17.00 alle ore 19.00, sono istituiti punti verdi, presso la medesima sede, il cui funzionamento è reso possibile mediante risorse umane e strumentali messe a disposizione dall’Università e dall’Azienda Policlinico Umberto”.
In ottemperanza a tale articolo dell’Accordo Amministrazione-Sindacati, l’Università ha istituito, negli ultimi anni, un servizio di punti verdi in coincidenza con la sospensione, per il periodo estivo, dell’attività didattica della Scuola, avvalendosi della collaborazione di associazioni reperite tramite procedura negoziata.
Sempre in ottemperanza di tale accordo, l’Università ha puntualmente informato l’Azienda Policlinico dell’intenzione di istituire il servizio punti verdi e la quota parte da pagare per tale servizio calcolata in base al numero dei bambini frequentanti il punto verde i cui genitori afferiscono all’Azienda stessa. Le somme richieste per il rimborso sono state le seguenti:

• Estate 1999: £.3.312.000 pari ad euro 1.710,51
• Estate 2000: £.5.260.000 pari ad euro 2.716,56
• Estate 2001: £.6.046.000 pari ad euro 3.122,50
• Estate 2002: euro 2.184,00
• Estate 2003: euro 2.659,18
• Estate 2004: euro 2.320,52
• Estate 2005: euro 4.320,82
• Estate 2006: euro 1.928,64

Per un totale di euro 20.962,73

5. Attività formativa
Tra i compiti che l’Università svolge a supporto dell’Azienda Policlinico, c’è la gestione dell’attività formativa a tempo pieno svolta dai medici iscritti alle Scuole di Specializzazione (in forza di decreti ministeriali annuali) ed inoltre quello dei dottorandi di ricerca che oltre all’attività propria di ricerca, possono svolgere ai sensi dell’art. 1 comma 25 della Legge n. 4 del 14 gennaio 1999, anche attività assistenziale. Gli specializzandi, paradossalmente, non sono conteggiati nel FFO.
Il D. Lgs. n. 368 del 17 agosto 1999 art. 37, nell’introdurre la stipula di un contratto annuale da parte dello specializzando ha messo in estremo rilievo l’aspetto assistenziale trasformando il compenso erogato, da borsa di studio in contratto di formazione lavoro.
Il Settore Borse di Studio, dedica a questa attività che comporta il controllo delle presenze effettuate, il rispetto della norma sulle eventuali assenze, l’effettuazione dei recuperi delle stesse, la consulenza alle Scuole di Specializzazione, le informazioni agli specializzandi, la predisposizione di relazioni, circolari, promemoria, i rapporti con enti esterni, la gestione delle posizioni degli specializzati, l’erogazione della borsa di studio in ratei bimestrali, il rilascio di certificazioni, tre unità di personale di cui due completamente dedicate ed un’altra dedicata nella misura del 25% del carico di lavoro per l’attivazione di posti-borsa con finanziamenti da parte di enti o di privati.
Ogni anno gli uffici amministrano circa 2.200 specializzandi per un ammontare complessivo di € 24.500.000, con predisposizione di 20 note nominative generali”.
L’Università provvede esclusivamente a formulare su richiesta delle strutture del Policlinico, le autorizzazioni allo svolgimento dell’attività assistenziale da parte dei dottorati di ricerca.
L’Ateneo organizza altresì corsi di formazione ai quali ha accesso anche il personale universitario in servizio presso l'Azienda Ospedaliera Policlinico Umberto I, relativamente ai corsi di carattere generale (inglese, informatica, comunicazione) previsti ogni anno in calendario.
L'iscrizione a tali attività è libera, e non è prevista a priori una percentuale fissa di partecipanti dell'area sanitaria.


6. Dipartimenti
L’Università procede alla costituzione dei Dipartimenti, compresi quelli della Facoltà di Medicina e Chirurgia, nell’ambito della sperimentazione organizzativa e didattica, in conformità a quanto stabilito dall’art. 83 del DPR 382/80 che così dispone: “…è consentito alle Università di costituire dipartimenti, intesi come organizzazioni di uno o più settori di ricerca omogenei per fini o per metodo e dei relativi insegnamenti anche afferenti a più facoltà o più corsi di laurea della stessa Facoltà ….. . “.
Ai sensi dell’art. 2 del D. Legislativo 21.12.99 nr. 517 per le attività assistenziali essenziali allo svolgimento delle funzioni istituzionali di didattica e di ricerca dell’Università di cui all’art. 1 la Regione e l’Università individuano, in conformità alle scelte definite dal piano sanitario regionale, l’azienda di riferimento.
In tale ambito, Regione e Università, secondo quanto previsto dal protocollo di intesa firmato per la disciplina dell’attività assistenziale necessaria per lo svolgimento dei compiti istituzionali dell’Università, progettano un modello di Dipartimento caratterizzato da una unitarietà strutturale, logistica o funzionale, il Dipartimento ad attività integrata ( DAI).
Tale struttura è destinata, per quanto possibile e coerentemente con gli obiettivi istituzionali dell’Università e della programmazione regionale, a sovrapporsi agli attuali Dipartimenti Universitari, al fine di assicurare il più alto livello possibile di prestazioni diagnostiche e terapeutiche anche connesse con l’attività didattico-scientifica, fondendo al meglio le differenti e complementari competenze istituzionali dell’Università, del servizio sanitario nazionale e regionale.
I Dipartimenti Universitari, strutture irrinunciabili statutarie, per gli aspetti didattico-scientifici permangono e, quando possibile, tendono ad identificarsi nel DAI (e talvolta più dipartimenti universitari sono organizzati nell’ambito di un unico DAI).
Il Rettore, il Direttore Generale dell’Azienda e le OO.SS. hanno definito il testo sul regolamento per la costituzione e l’organizzazione sperimentale dei Dipartimento ad Attività Integrata (DAI) nella riunione finale di procedura conciliativa Azienda Policlinico – OO.SS., avvenuta il 22/12/2006

7. Ulteriori partite contabili
Relativamente all’argomento si aggiorna la situazione dei pignoramenti notificati e pagati per conto della cessata Azienda Universitaria Policlinico Umberto, per un totale di complessivi euro 29.027.155,28.
La regolarizzazione dei sospesi di uscita relativi ai pignoramenti, tramite emissione di mandati di pagamento, avviene a seguito dell’esame degli atti relativi ai pignoramenti stessi da parte dell’Ufficio Contenzioso Civile e Tributario della Ripartizione I che individua formalmente il riferimento esclusivo a debiti della gestione della cessata Azienda Universitaria Policlinico Umberto I. Lo stesso Ufficio Contenzioso Civile e Tributario comunica formalmente al Commissario liquidatore gli estremi dei pignoramenti subiti.

Per quanto riguarda la definizione della eventuale partecipazione dell’Università al ripiano delle perdite di gestione dell’Azienda, si precisa che, sul punto nè il D.Lgs. 517/99, né il Protocollo di Intesa Università La Sapienza/Regione Lazio del 02.08.2002 contengono espresse disposizioni al riguardo.
Tuttavia la circostanza che il D.lgs. 517/99 ha disciplinato un modello di Azienda Ospedaliera Universitaria, delineandolo come soggetto giuridico diverso e distinto dall’ Università, consente di affermare che “l’Azienda Policlinico è un’ azienda a sé, è un soggetto giuridico diverso con un suo Collegio dei Sindaci ed è sottoposto alla vigilanza della Regione. Quindi il Consiglio di Amministrazione dell’Università La Sapienza non può essere chiamato in causa per ripianare perdite dell’Azienda Policlinico; la gestione di tale Azienda esula completamente dalla competenza del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo” .
Le linee guida del 24.05.2001 stabiliscono che per particolari atti di gestione l’Azienda ospedaliera universitaria debba acquisire il preventivo parere dell’Università, tramite il Rettore. Tra questi atti è incluso il bilancio economico preventivo e il bilancio d’esercizio. La norma prevede il formarsi del silenzio assenso, qualora il parere non venga reso nel termine di 60 gg. (art. 5 commi V° e VI°).
L’art. 10, in particolare, prevede che in caso di risultati negativi nella gestione dell’azienda la Regione e l’Università concordino “appositi piano di rientro poliennali, utilizzando a questo scopo anche le risorse di cui all’art. 7 comma 2 del D.lgs. 517/9. In caso di mancato accordo la Regione, sentito il comitato regionale di coordinamento delle Università… disdetta il Protocollo d’intesa per la parte concernente l’azienda interessata”. Pertanto se Università e Regione non raggiungono l’intesa nell’elaborazione dei piani di rientro, la Regione interviene, a titolo sanzionatorio, disdettando il Protocollo.
Da quanto sopra emerge che, essendo il coinvolgimento dell’Università circoscritto alla elaborazione congiunta di piani di rientro, costituirebbe un’evidente forzatura del dato normativo farne discendere un obbligo di copertura del disavanzo, che anche sotto l’aspetto terminologico costituisce un “quid aliud”.
Peraltro, nella fattispecie concreta, eventuali pretese creditorie dell’Azienda Policlinico Umberto I nei confronti dell’Università, non possono essere avanzate in maniera unilaterale, senza cioè includere “le contrapposte ragioni creditorie che l’Ateneo potrebbe far valere” .
Dal contesto normativo si evince “in primis” che spetta unicamente alle Regioni l’obbligo di copertura del disavanzo delle aziende ospedaliere (vds. dell’art. 4 III° comma della Legge 405/2001). In particolare, per il Policlinico Umberto I, il Governo ha previsto ulteriori stanziamenti per gli anni 2002/2004, a favore della Regione Lazio, per ripianare la situazione debitoria, in relazione al piano di risanamento presentato dalla Regione.
Ciò posto, all’Università spetta unicamente il compito di elaborare, d’intesa con la Regione, piani di rientro poliennali.
L’elaborazione di tali piani di rientro, come già in precedenza precisato, non è in alcun modo assimilabile, anche sotto l’aspetto strettamente terminologico alla “pretesa” copertura dei disavanzi (art. 10 del D.P.C.M. del 24 maggio 2001 Linee Guida).
In virtù delle considerazioni che precedono, posta, come dato inconfutabile, l’assoluta estraneità dell’Università alla copertura dei disavanzi, residua la necessità di definire con certezza i reciproci rapporti di debito/credito tra le due Amministrazioni, previa individuazione degli ambiti di rispettiva competenza e sulla base di elementi documentali certificati o certificabili. Tale necessità era già stata ravvisata dal Collegio dei Sindaci (cfr. seduta del 06.03.2003), che nell’auspicare una sollecita definizione dei rapporti finanziari e patrimoniali tra Ateneo e Azienda Policlinico, aveva prospettato, ove ritenuta opportuna, la convocazione ad hoc di una Conferenza dei Servizi.

In conclusione, per quanto riguarda la definizione dei rapporti economico-patrimoniali, si ritiene di fondamentale importanza che l’organismo di raccordo Università/Policlinico inizi ad operare, una volta nominati dal Direttore Generale del Policlinico i componenti per la parte aziendale.
Per quanto riguarda la definizione del ruolo dell’Ateneo in merito al ripiano delle perdite di gestione dell’Azienda, all’Università spetta unicamente il compito di elaborare piani di rientro pluriennali, di intesa con la Regione Lazio. “

Nella suddetta riunione del 10.1.2007, la Commissione consiliare ha ritenuto necessario convocare una nuova riunione in data 19.1.2007, per ascoltare i Direttori dei Dipartimenti di area medica , nonché di acquisire, tra l’altro, :

▫ una relazione dettagliata del Direttore generale dell’Azienda Policlinico Umberto I e dei provvedimenti adottati a seguito dei fatti che recentemente hanno coinvolto l’Azienda;
▫ la copia di tutta la normativa di riferimento;
▫ la copia degli accordi/convenzioni con altre aziende ospedaliere e strutture sanitarie decentrate;
▫ la copia del regolamento per la costituzione e l’organizzazione dei Dipartimenti ad attività integrata (DAI), approvato il 22.12.06;
▫ una relazione della U.O. Ippocrate sulla utilizzazione dei fondi assegnati negli ultimi tre anni, nonché la trasmissione del documento di rilevazione degli spazi assegnati alla didattica, alla ricerca, all’assistenza.

Infine, di:

▫ verificare se l’Azienda Policlinico ha trasmesso all’Ateneo il Bilancio e se è stata data una risposta
▫ verificare la composizione e le funzioni dell’organo di indirizzo
▫ sollecitare il Direttore generale dell’Azienda a nominare i propri Rappresentanti in seno alla Commissione tecnica .

Riguardo all’ultimo punto si comunica che, a seguito della designazione dei rappresentanti dell’Azienda, con provvedimento rettorale n. 14 del 15.1.2007, sono stati nominati i componenti in seno all’Organismo di raccordo Università/Azienda Policlinico.
Detto organismo è stato altresì convocato formalmente, in prima seduta, il giorno 22.1.2007.

Si ritiene opportuno fornire, altresì, come ulteriore spunto di discussione, la relazione presentata nella seduta del S.A. del 16.1.2007, anche alla luce dei fatti che recentemente hanno coinvolto l’Azienda Policlinico e dalla quale è dato evincere il quadro esaustivo dell’ attuale situazione in ordine alle distinte responsabilità ed organizzazioni all’interno della struttura.

“Le note vicende gestionali che hanno visto come protagonista negativa l’Azienda Policlinico e che, senza dubbio, hanno gettato un forte discredito sulla Sapienza meritano un approfondimento quanto meno per chiarirne alcuni aspetti, distinguerne le responsabilità, cogliendone i nodi strutturali e verificando se, come appare possibile, da una situazione oggettiva di crisi si possa registrare un’opportunità di rilancio e di sviluppo.
Occorre precisare fin da subito che l’Azienda Universitaria Policlinico è dotata di autonoma personalità giuridica e, pertanto, ogni attività di carattere gestionale non può che essere rimessa alla diretta competenza e responsabilità del Direttore Generale.
Di conseguenza le problematiche rilevate dall’articolo apparso sull’Espresso e ripreso da tutti i media nazionali che hanno generato diffuse critiche di “malasanità”, riconducibili essenzialmente ad aspetti di mancato controllo sulle pulizie di aree comuni, sul rispetto del divieto di fumo, sull’utilizzo di camici al di fuori della struttura ospedaliera, nonchè sui mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, risultano nella competenza di un’organizzazione altra rispetto a quella universitaria.
Su tali questioni è stata, comunque, chiesta ed ottenuta specifica relazione del Direttore Generale.
Infatti con nota del 5 gennaio 2007 è stata chiesta al Direttore Generale una documentata relazione sui fatti accaduti, invitandolo a far conoscere nel contempo, i provvedimenti che avrebbe adottato o già adottati per il superamento delle problematiche gestionali denunciate.
Con relazione del 12 gennaio 2007 il Direttore Generale, nel riferirsi ai sopralluoghi dei NAS effettuati il 5 gennaio 2007 presso due diversi laboratori del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e presso l’intero Dipartimento di Pediatria, ha sottolineato che dai verbali pervenuti non sono state rilevate (a parte le carenze strutturali) situazioni di particolare degrado ambientale. Di altre ispezioni effettuate dai NAS nei giorni successivi il Direttore Generale non è in possesso dei relativi verbali, né è a conoscenza di eventuali rilievi.
Per quanto concerne i provvedimenti adottati il Direttore Generale, con la relazione citata ne ha riassunto i seguenti principali:

  • a) relativamente alle carenze strutturali saranno affrontate con il piano a suo tempo esposto all’Università, Regione e Comune in occasione della Conferenza Stampa tenutasi il 18 febbraio 2006 presso la Regione Lazio. L’esecuzione delle opere è condizionata al superamento degli aspetti normativi e finanziari. L’Azienda entro il mese di febbraio inizierà la ristrutturazione della galleria ipogea;

  • b) relativamente al degrado ambientale è stato deciso di istituire una equipe incaricata di controllare sistematicamente le aree ospedaliere, attivando le unità operative interessate per la risoluzione dei problemi riscontrati;
  • c) relativamente alle carenze comportamentali ed alle inadempienze riscontrate rispetto al divieto di fumo è stata costituita una task force, per revisionare e rafforzare le iniziative volte non solo a far rispettare le norme, ma anche a promuovere comportamenti virtuosi;

  • d) relativamente agli appalti (ed in particolare a quello delle pulizie) è stata avviata un’istruttoria volta ad individuare comportamenti negligenti ed omissivi per i quali saranno adottati i provvedimenti commisurati alla natura delle responsabilità.

Il Direttore Generale ha sottolineato che tali appalti sono stati assegnati dalle precedenti Amministrazioni ed i capitolati risultano carenti sulle modalità e sui criteri di controllo della qualità dei servizi resi.
Diversa è la problematica relativa ai nodi strutturali che attengono essenzialmente a due questioni specifiche:

  • personale docente e tecnico-amministrativo operante presso il Policlinico relativamente alla dicotomia nascente dal rispetto dello stato giuridico universitario con l’esigenza di utilizzazione per gli aspetti assistenziali;
  • edifici in possesso del Policlinico relativamente alla duplice dicotomia nascente dal rapporto tra proprietà demaniale ed esigenza di ristrutturazione degli spazi adibiti all’assistenza e del trasferimento degli stessi edifici all’Università e utilizzazione da parte dell’Azienda di spazi indivisi adibiti a didattica/ricerca/assistenza

e che rivestono, pertanto, rilevanza politica che travalica la stessa specificità del rapporto Università La Sapienza/Azienda Policlinico Umberto I, assurgendo a questioni di rilevanza nazionale, coinvolgendo aspetti e competenze del Ministero dell’Università, Ministero della Salute, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia del Demanio, Università e Regione.
Da quanto sopra emerge in maniera chiara ed inequivoca che in misura più ampia la problematica si riverbera sui rapporti intercorrenti tra le Amministrazioni preposte alla formazione dei medici e del personale per le professioni sanitarie e alla ricerca con la sanità e, in particolare, con il Servizio Sanitario Nazionale; in definitiva all’applicazione dei modelli organizzativi determinati dalla vigente disciplina in materia, ovvero dal Decreto Legislativo 517 del 1999.
Non a caso la questione è debordata al punto tale che si è reso necessario istituire da parte del MUR specifico Gruppo di lavoro per lo studio dei rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale che sta discutendo sugli argomenti sopra evidenziati.
E’, altresì, evidente che i diversi livelli di problematiche hanno imposto ed impongono diversi livelli di approccio che è opportuno rendere noti.
Sugli aspetti gestionali, di esclusiva competenza dell’Azienda Policlinico, l’azione conoscitiva posta in essere risulta propedeutica ad ogni ulteriore azione connessa al vigente rapporto contrattuale con il Direttore Generale e correlata agli obiettivi prioritari in esso indicati che non possono, comunque, prescindere dalla valutazione delle situazioni pregresse per determinare se e in che termini si siano realizzati miglioramenti gestionali complessivi, seppur limitati.
La dovuta riserva deve, tra l’altro, scontare il superamento della fase di criticità attuale che potrebbe determinare fuorvianti valutazioni se non prima sufficientemente meditate e documentate.
Sui rapporti Università/Azienda di natura economico–patrimoniale derivanti dall’esigenza dell’applicazione del Decreto Legislativo n. 517/99 è appena il caso di sottolineare che questa Amministrazione ha dedicato, già nel 2005, specifica riunione tematica in CdA, dove sono state affrontate in maniera esaustiva le annose problematiche ancora irrisolte, dopo aver ricostruito tutte le pregresse situazioni nelle varie aree di attività indagate.
Inoltre anche in seno al nuovo Consiglio è stata nominata una Commissione istruttoria per i rapporti Università/Azienda, con il compito di aggiornamento degli stessi e per la definizione di alcuni aspetti essenzialmente di natura contabile e di bilancio sollevati. La Commissione nominata il 14.11.2006 si è già riunita il 10.1.u.s., esaminando una nuova ampia relazione predisposta dall’amministrazione universitaria finalizzata alla valutazione ed al superamento delle criticità dei rapporti.
La Commissione si è aggiornata per il 19.1.p.v., con la previsione, tra l’altro, di sentire i Direttori dei Dipartimenti universitari di Medicina sulle problematiche relative ai rapporti tra didattica/ricerca e assistenza.

Sui nodi strutturali e di carattere politico le azioni poste in essere si sono essenzialmente dispiegate su due linee strategiche:
la prima di definizione di un’asse Università La Sapienza, Università Federico II in quanto le due amministrazioni hanno riscontrato congiuntamente che i problemi sollevati sono praticamente sovrapponibili per livelli di criticità e di complessità; tale azione sinergica è quanto meno necessaria anche per il fatto che il Rettore dell’Università Federico II è Presidente della CRUI per cui sarà più agevole affrontare le questioni in uno specifico tavolo tecnico tra i Rettori delle cinque Università aventi i Policlinici ad ex gestione diretta;
la seconda di definizione di un rapporto diretto con il Ministro dell’Università On. Mussi, cui è stato già inoltrato un dossier sugli aspetti finanziari derivanti dalla spesa per il personale socio-sanitario operante presso il Policlinico.
Corre l’obbligo di precisare che entrambe le questioni fondamentali prima ricordate degli immobili e della spesa del personale operante presso l’Azienda Policlinico, fermo lo stato giuridico, sono state da tempo affrontate (individuando anche le soluzioni necessarie) dall’Università, tanto che ne risulta traccia in più documenti ufficiali posti in essere dal Rettorato.
In conclusione la situazione denunciata dai media deve essere stigmatizzata in ogni luogo e in ogni momento senza alibi di nessuna natura.
Purtuttavia la buona amministrazione dell’Azienda Policlinico non può essere il frutto di un’emergenza o della rilevazione giornalistica di uno stato di degrado ambientale.
Essa deve trovare la sua soluzione in ambiti più ampi e di maggiore respiro in quanto i mali denunciati affondano le loro radici in situazioni pregresse che hanno trovato parziale (o forse nessuna) soluzione nelle normative intervenute e nei modelli organizzativi prospettati.
Se l’Università La Sapienza deve continuare, come riteniamo, a mantenere tra le sue articolazioni una Facoltà di Medicina occorre fare riferimento a modelli differenti come, tra l’altro, emerge chiaramente dallo studio dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (ASSR) sullo stato dei rapporti tra SSN e Università in materia di assistenza, didattica e ricerca, “….la necessità di individuare un modello istituzionale di riferimento idoneo a garantire, al di là delle condizioni iniziali molto differenziate e del procedimento sperimentale seguito, un effettivo processo di integrazione delle competenze istituzionali originarie dei due ordinamenti (SSN/Università), con il superamento delle criticità riscontrate.”
Infatti è solo in un quadro mutato, con un modello aziendale unitario di riferimento, che sarà possibile esercitare da parte delle istituzioni preposte in maniera paritetica, le funzioni proprie di governo e controllo.
Diversamente la confusione dei ruoli e delle competenze, le sovrapposizioni e le contraddizioni non potranno che generare situazioni simili a quelle denunciate.
Di contro l’integrazione tra attività assistenziale di competenza istituzionale della Regione e le attività didattico – scientifiche di competenza universitaria troveranno soluzione ed attuazione se e solo se si definiranno organi collegiali istituzionali di natura paritetica, capaci di esprimere volontà politiche e progettuali in grado di superare il puro esercizio di funzioni gestionali.
E’ anche opportuno, infine, sottolineare che non esiste una “malasanità” ascrivibile all’intero Policlinico, e per esso alle attività poste in essere dal personale docente e tecnico – amministrativo; esistono, invece, situazioni di eccellenza che vanno tutelate e diffuse e situazioni di incuria e di degrado ambientale e comportamentale che vanno represse e perseguite.
L’azione gestionale deve accompagnare e seguire l’azione politica, ma da essa deve essere mantenuta distinta ai fini delle responsabilità individuali ed organizzative.
Le individuate linee strategiche continueranno, pertanto, ad essere seguite rafforzandone le azioni con l’obiettivo di sciogliere definitivamente i nodi strutturali che hanno di fatto vanificato la riorganizzazione ed il rilancio del Policlinico.
Occorre continuare, per risolvere i problemi, la diuturna, serrata attività (ancorché silenziosa) che faccia diventare normalità l’agire quotidiano di tutti gli attori coinvolti nei diversi ruoli e responsabilità. “

Il Presidente invita il Consiglio a prendere atto riservandosi di sottoporre al Consiglio ciascuna questione, in corso di definizione, per la quale è prevista specifica competenza del consiglio di Amministrazione.

La documentazione citata è a disposizione per la consultazione.
 

all. 1 consiglio di facoltà del 22 gennaio 2007

 

 


Sull’argomento relativo a: “Rapporti Università/Aziende universitarie ospedaliere” (Punto 1), il rettore ricorda che l’attività della Commissione Policlinico e Aziende ospedaliere si è sovrapposta agli eventi succedutisi nel Policlinico nelle ultime settimane. Informa che in qualità di Rettore ha convocato tutti i Direttori di Dipartimento di area clinica per un incontro con il Direttore generale dell’Azienda, ha promosso un confronto fra sindacati e il Direttore generale; inoltre, su richiesta dei membri della Commissione Policlinico e Aziende ospedaliere, si è tenuta una audizione, da parte della Commissione stessa, dei Direttori di Dipartimento di area clinica. Risulta, pertanto, che le azioni poste in essere dal Rettore e dal Prorettore con i rappresentanti sindacali ed i Direttori di dipartimento si sono talvolta sovrapposte con l’attività della Commissione Policlinico e Aziende ospedaliere. Ritiene, tuttavia, di aver ottenuto risultati positivi. Sottolinea la grande e sentita partecipazione ed il desiderio di unitarietà di azione a difesa dell’immagine del Policlinico e di coloro che vi operano.
Gli incontri hanno anche contribuito a fare chiarezza e ad evitare spiacevoli malintesi. Aggiunge che nel corso dell’ultima riunione, ha chiesto al Direttore generale del Policlinico una relazione particolareggiata in base alla quale, unitamente all’esito degli incontri avvenuti, si riserva di assumere decisioni o di adottare gli interventi che riterrà necessari per fare completa chiarezza su tutta la vicenda.
Ringrazia il Direttore amministrativo per avere preparato un resoconto molto dettagliato e completo, compiendo altresì una scrupolosa analisi dei complessi rapporti tra Università ed Aziende universitarie. Reputa opportuno esaminarlo approfonditamente perché spesso vengono adottate iniziative o fatte affermazioni senza tenere conto dei vincoli normativi e delle situazioni esistenti.
La Commissione Policlinico e Aziende ospedaliere, che deve proseguire i propri lavori, terrà un’altra riunione nell’intento di pervenire ad un’utile conclusione. Prega il Direttore amministrativo di illustrare i contenuti del documento sul quale, successivamente, si aprirà una discussione per chiarire i punti ancora eventualmente oscuri. Ringrazia tutti coloro che partecipano ai lavori della Commissione Policlinico e Aziende ospedaliere, alquanto impegnativi. Ringrazia il Direttore amministrativo, la professoressa Farinato, il professor Redler, il professor Saponara, il professor Gentile, il sig. Simeoni, nonché i dirigenti dott.ssa Cavallo, dott. De Angelis, dott. Mancino, dott.ssa Ranalli, arch. Di Bisceglie e la dott.ssa Ricci, che hanno preso parte a queste riunioni.

Entrano la dott.ssa Cavallo, la dott.ssa Ranalli, il dott. De Angelis, la dott.ssa Minucci.

Il direttore amministrativo spiega che la relazione si compone di più parti. Nella premessa vengono focalizzati due aspetti fondamentali della problematica, essendo stata più volte rappresentata in Consiglio di amministrazione, anche attraverso richieste formali, la necessità di chiarimenti. Il primo di questi due aspetti si riferisce alla definizione dei rapporti economico-patrimoniali tra l’Università e l’Azienda Policlinico, mentre il secondo si riferisce alla definizione dell’eventuale partecipazione universitaria al ripiano delle perdite di gestione dell’Azienda Policlinico.
Ricorda che nel 2005 è stata già presentata al Consiglio di amministrazione una relazione che essenzialmente si incentrava su alcuni aspetti che andavano indagati ed approfonditi: quelli relativi al patrimonio immobiliare, alle infrastrutture, al personale, alle spese sociali, alle attività formative, ai dipartimenti (in particolare al rapporto tra Dipartimenti Universitari e Dipartimenti Assistenziali Integrati) e, infine, alle ulteriori partite contabili.
Il documento in esame tiene conto degli obiettivi da conseguire ed è stato implementato in progress con le osservazioni e le richieste pervenute da parte della Commissione istruttoria che ha analizzato il documento stesso nel corso della prima riunione tenutasi il 10 gennaio. La relazione contiene anche un documento politico, ovvero la memoria che il Rettore ha inteso presentare in Senato accademico sulla sopravvenuta problematica derivata dalla pubblicazione del dossier de l’Espresso, poi ripresa da numerosi media nazionali. Di conseguenza, una esigenza scaturita già dal precedente Consiglio di amministrazione e ribadita da quello attuale, si è venuta a sovrapporre con la situazione particolare determinata dalla pubblicazione dei noti articoli di stampa.
Sottolinea che il Rettore ha giustamente considerato prioritaria l’esigenza di accelerare la discussione, anche se la commissione istruttoria proseguirà i propri lavori dovendo ancora definire alcuni aspetti particolari.
Illustra la tesi sostenuta nella relazione per cui l’Università non deve partecipare al ripiano delle perdite di gestione che l’Azienda Policlinico ha assommato nel corso degli esercizi finanziari e spiega che tale tesi è corroborata da una puntuale indicazione di carattere normativo e dal fatto che la Regione Lazio ha addirittura proposto un ricorso per eccezione di incostituzionalità poiché, nell’accordo tra Stato e Regioni, il ripiano delle perdite dei Policlinici ad ex gestione diretta è rimesso in capo alle Regioni.
L’Università compartecipa al raggiungimento dei cosiddetti “risultati di gestione” attraverso l’apporto di personale tecnico-amministrativo, di personale docente, di immobili e di beni mobili che vengono utilizzati non solo per la ricerca ma anche per l’assistenza. Tutto questo, in maniera alquanto puntuale, esclude, a parere dell’Amministrazione, qualsiasi competenza o responsabilità in ordine al ripiano delle perdite dell’Azienda Policlinico. A conferma di ciò, in una memoria più ampia viene riportata una nota, fondamentale anche per il Consiglio, nella quale il dottor Sinibaldi (all’epoca rappresentante del Ministero del Tesoro in seno al Collegio dei Sindaci n.d.r.) afferma che non esiste questa possibilità “avendo concorso anche alla definizione del decreto legislativo n. 517 del 1999”. Sottolinea che cosa diversa è l’indicazione di quale debba essere il piano di rientro sulle perdite che il Policlinico determina nei suoi bilanci. Nella normativa, infatti, è contenuta l’indicazione che l’Università, tramite il Rettore, deve esprimere un parere sul bilancio e sul fatto che il piano di rientro deve essere definito dal Direttore generale e concordato tra la Regione e l’Università.
Riguardo alla definizione dei rapporti economico-patrimoniali tra l’Università e l’Azienda Policlinico, ricorda che da tempo si discute in ordine al fatto che siano stati inseriti nel bilancio dell’Azienda ipotesi di crediti vantati nei confronti dell’Università, essenzialmente riferibili a oneri sostenuti per i servizi di pulizia e di vigilanza relativamente alle aree deputate alla didattica e alla ricerca. Da un riscontro formale che è agli atti dell’Amministrazione e che è stato portato all’attenzione della Commissione istruttoria, risulta in maniera puntuale che l’Università ha sempre rigettato qualsiasi ipotesi di inserimento unilaterale di crediti all’interno dei bilanci dell’Azienda Policlinico nel presupposto che, se sono di natura convenzionale, gli accordi debbono essere definiti con un “tavolo tecnico” nell’ambito del quale stabilire se ed in che termini esistono delle partite creditorie o debitorie e se ed in che termini esse dovranno essere considerate a credito o a debito dell’Università. Fin quando ciò non avverrà, qualsiasi inserimento avrà carattere unilaterale.
Se nei bilanci dell’Università non sono inserite partite debitorie, l’inserimento nel bilancio dell’Azienda Policlinico di partite creditorie nei confronti dell’Università attiene alla responsabilità del Direttore generale.
La Direzione della Ripartizione Ragioneria ha messo a disposizione gli atti che dimostrano che questi inserimenti nei precedenti bilanci sono sempre stati puntualmente confutati dall’Amministrazione universitaria.
Ricorda che fin da quando si è posta l’esigenza di definire i rapporti con l’Azienda Policlinico, l’Università ha nominato i suoi rappresentanti nell’organismo tecnico che aveva il compito di definire queste partite. All’epoca, tra i Dirigenti vi era la dottoressa Stancari della Ripartizione Personale mentre la dottoressa Cavallo era stata nominata in qualità di Coordinatrice. Nel corso degli anni non si è avuto riscontro da parte dell’Azienda a causa del succedersi di Direttori generali e Commissari, per cui non vi è mai stata una continuità di azione capace di determinare la nomina di rappresentanti del Policlinico in seno a questa Commissione.
Per quanto concerne gli aspetti relativi al patrimonio immobiliare, che rappresenta uno degli aspetti peculiari, informa che l’Università ha riproposto la costituzione di un organismo tecnico, con compiti di raccordo, che si è insediato il giorno prima a seguito della nomina dei rappresentanti da parte del Direttore generale dell’Azienda Policlinico. Sottolinea che i rapporti con l’Azienda non ineriscono soltanto agli aspetti patrimoniali ma anche e soprattutto agli aspetti relativi alle risorse umane, che devono essere definiti.
Ricorda che il decreto legislativo 517/1999 stabilisce che gli immobili di proprietà dell’Università destinati ad uso assistenziale debbano transitare nella disponibilità in termini d’uso “delle Aziende” essendo una norma che non si riferisce soltanto alla Sapienza, ma a tutte quelle università che dispongono di Policlinici a cosiddetta “ex gestione diretta”. Questa normativa non è mai stata portata ad effettiva applicazione anche perché, nel frattempo, è intervenuta la legge 136/2001 che, con l’articolo 2, ha stabilito che gli edifici demaniali in possesso delle università debbano transitare nella disponibilità delle università stesse. Questa legge – attuata nei confronti dell’Università di Pisa con l’effettivo trasferimento degli immobili demaniali nella proprietà dell’ateneo – non è mai stata applicata nei confronti della Sapienza nonostante i diversi solleciti, in base a presupposti diversi da parte dell’Agenzia del Demanio che ritiene che gli immobili vincolati non possano essere trasferiti. Al contrario, l’Amministrazione universitaria non ha mai concordato su questo con il Demanio, come risulta dalle note scritte e come ribadito dallo stesso Rettore durante un incontro con l’architetto Elisabetta Spitz, Dirigente generale del Demanio, nel corso del quale ha sollecitato la definizione di questo problema, propedeutico anche al trasferimento degli immobili nel possesso del Policlinico. Ricorda che, a suo tempo, venne definito uno schema di protocollo, allegato al verbale della seduta tematica del 2005, con il quale si stabiliva il tipo di rapporto tra tre pubbliche amministrazioni; il Demanio e l’Azienda Policlinico non hanno mai dato riscontro alla trasmissione di questo protocollo. Una copiosa corrispondenza testimonia anche per il 2005 un’intensa attività dell’Università tesa alla soluzione di questo problema.
Da questa situazione discendono altre problematiche in ordine alla competenza sulla gestione degli immobili, sulla gestione in parti dedite alla didattica ed alla ricerca.
Nell’ambito delle infrastrutture, sono state analizzate le criticità concernenti la termogestione, le reti di fonìa dati. Informa che rispetto al 2005, si è riusciti a semplificare i rapporti con riferimento alla fonìa dati attraverso i collegamenti in fibra ottica e l’interconnessione delle due centrali telefoniche per l’eliminazione dei costi delle telefonate fra l’Azienda Policlinico e l’Università. Precisa che ciò attiene ad una semplificazione della gestione e ad una economicità dell’azione amministrativa che qualsiasi amministratore corretto che tenda alla ottimizzazione della spesa deve adottare. La semplificazione della trasmissione dati (per quanto concerne gli aspetti di didattica, di ricerca e di fonìa) rappresenta una doverosa attività che è stata posta in essere anche se non ha ancora raggiunto l’optimum.
Relativamente alla termogestione, riferisce che è stato definito un capitolato con puntuali specifiche tecniche, grazie alla attività posta in esser dall’Energy Manager, professor Livio De Santoli, in collaborazione con le dottoresse Cavallo e Cosi. Si farà presto una gara autonoma per la termogestione che attualmente comporta la condivisione della centrale termica.
Riguardo al personale, puntualizza che circa il 52 per cento del personale universitario presta la propria attività presso l’Azienda Policlinico. Ritiene che grande attenzione deve essere posta nei confronti del personale docente e tecnico amministrativo che espleta la propria attività presso le Facoltà mediche ed in particolare (per la parte assistenziale) presso l’Azienda Policlinico e l’Azienda Sant’Andrea.
Sottolinea che nella relazione sono state esplicitate anche le problematiche derivanti dalla strutturazione di personale destinato alle attività assistenziali. L’Università vanta dei crediti nei confronti di alcune aziende sanitarie che non hanno rimborsato le somme anticipate per la corresponsione delle indennità assistenziali, per cui è stato attivato un Settore specifico per il “recupero crediti”. Prossimamente saranno recuperate anche situazioni annose. Invita a tener presente che, quando vengono messe in mora aziende presso le quali sono strutturate unità di personale docente, il rischio è quello di non poter erogare più il trattamento complessivo, comprensivo dell’integrazione ex art.31, riducendo di conseguenza, considerata l’inscindibilità fra didattica, ricerca ed assistenza, la remunerazione. Quindi, per esigenze di bilancio, occorre evitare che le aziende aumentino la loro morosità nei confronti dell’Università.
Informa che alla data del 1° novembre 2006 prestano attività presso la Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia 1.371 unità di personale, a fronte di 1.155 strutturati. Pertanto, circa 200 unità di personale non godono del trattamento equiparativo perché non espletano attività strettamente correlate all’attività assistenziale.
Sul personale tecnico–amministrativo, nella relazione vengono riportate le problematiche derivanti dall’applicazione del nuovo contratto, tenendo presente che nel frattempo una grossa novità è rappresentata dall’articolo 28 dell’ultimo Contratto collettivo nazionale di lavoro che ha determinato una valutazione diretta dell’Azienda in ordine al trattamento stipendiale complessivo fruito dal personale universitario. Vi è un’attività che deve essere posta in essere dall’Azienda Policlinico e che una volta completata, a suo avviso, risolverà molti dei problemi anche di equiparazione in ordine all’applicazione di due diverse tipologie di contratto: quello universitario e quello sanitario.
Ribadisce che il suddetto art.28 ha anche definito che le organizzazioni sindacali del comparto universitario hanno una competenza esclusiva, non riferibile ad altre organizzazioni sindacali, in ordine al personale che opera presso l’Azienda Policlinico.
La dicotomia che vi era in precedenza rispetto alla partecipazione delle organizzazioni sindacali di area sanitaria, è pertanto superata dall’introduzione dell’articolo 28 determinato dal contratto collettivo; aggiunge che vi è stato anche un ricorso presentato dalla FIALS, presso l’Università di Tor Vergata, che è stato respinto per carenza di legittimazione attiva di tale sindacato.

Il consigliere Sili Scavalli interrompe chiedendo se la motivazione per la quale è stato respinto il ricorso è stata riportata nella relazione.

Il direttore amministrativo, invitando il consigliere a precisare dopo, sottolinea che la sua è un’esposizione ordinata, tranquilla e senza alcun intento polemico e prosegue il suo intervento specificando che nella relazione sono contenuti anche i riferimenti relativi ad alcuni aspetti delle spese sociali in ordine alla partecipazione alla scuola dell’infanzia della Città Universitaria, in convenzione con il Comune, che vede la partecipazione dei figli sia del personale dell’Università che di quello del Policlinico.
Aggiunge che un’altra attività che è stata ripresa e presentata è quella formativa.
Relativamente ai dipartimenti, sottolinea che nella relazione è stato fatto un breve accenno in quanto la situazione è in itinere. Comunica la definizione di un regolamento, approvato il 22 dicembre dalle organizzazioni sindacali, riguardante la costituzione e l’organizzazione sperimentale del Dipartimento ad Attività Integrata (DAI) e i rapporti con i Dipartimenti Universitari.
Pone in evidenza la significativa sottolineatura che in tale regolamento è auspicata la possibile coincidenza tra le due tipologie di dipartimento D.U. e D.A.I. per evitare sovrapposizioni.
Nella relazione si fa anche riferimento alle partite contabili che sono in essere, riguardanti la disciolta Azienda Policlinico e quindi i crediti vantati nei confronti della gestione commissariale, dove è stato aggiornato un dato avendo dei riflessi in termini di bilancio.
Conclusa l’illustrazione della relazione, aggiunge che la Commissione istruttoria ha chiesto una integrazione della documentazione con una relazione dettagliata del Direttore Generale dell’Azienda Policlinico su tutti i provvedimenti adottati a seguito dei fatti che recentemente hanno coinvolto l’Azienda; con la copia di tutta la normativa di riferimento per quanto concerne i due aspetti rimarcati; con la copia degli accordi/convenzioni con altre aziende ospedaliere e strutture sanitarie; con la copia del regolamento per la costituzione e organizzazione dei Dipartimenti ad Attività Integrata; con una relazione dell’Unità Organizzativa Ippocrate sulla utilizzazione dei fondi assegnati negli ultimi tre anni e con il documento di rilevazione degli spazi assegnati alla didattica, alla ricerca e all’assistenza. Aggiunge che è stato anche chiesto di verificare se l’Azienda Policlinico ha trasmesso all’Ateneo il bilancio e se è stata data la risposta. La risposta, che è stata sollecitata, è stata trasmessa due o tre giorni fa. Risulta, quindi, agli atti che non è mai stato trasmesso il bilancio dell’ultimo o penultimo esercizio finanziario dell’Azienda. La Commissione ha anche chiesto di verificare la composizione e la funzione dell’organo di indirizzo e di sollecitare, cosa che è avvenuta, il Direttore generale a nominare i propri rappresentanti in seno alla Commissione tecnica.
Informa che in Commissione istruttoria è stata riportata anche la memoria presentata dal Rettore in Senato accademico e alle organizzazioni sindacali e che attiene a due importanti aspetti, il primo dei quali di carattere gestionale. In questa memoria il Rettore rimarca quelle che sono le responsabilità gestionali che non possono che essere rimesse al Direttore generale, in quanto vi è una separazione, in virtù della normativa esistente, tra attività di gestione e politica; riporta le richieste fatte in seguito alla denuncia dell’Espresso e ripresa dai media nazionali e le risposte date dal Direttore generale in data 17 gennaio, allegando anche i verbali dei NAS riferiti a quella data; riporta anche gli interventi posti in essere dal Direttore generale.
Nella memoria il Rettore si sofferma, poi, sui nodi strutturali che sono a monte di queste problematiche. Il modello organizzativo, determinato dal Decreto legislativo 517/99, non è riuscito a realizzare una puntuale integrazione tra didattica, assistenza e ricerca. Sottolinea, inoltre, gli aspetti relativi alle problematiche di fondo: patrimonio immobiliare e personale tecnico-amministrativo; informa dell’attività che ha posto in essere da un punto di vista politico come Rettore nei confronti sia del Ministero che della Conferenza dei Rettori, sul presupposto che la problematica Azienda Policlinico-Sapienza abbia travalicato gli ambiti propri, diventando una questione di carattere nazionale e assurgendo a problematica di rapporti Sanità - Ministero dell’ Università – Regione – Università - Ministero dell’Economia - Demanio. La problematica è, quindi, di carattere più ampio.
Infine, il Rettore fa riferimento a quanto intervenuto in termini di incontro con le organizzazioni sindacali, a livello sia locale sia nazionale.
La memoria si conclude con una valutazione di opportunità a continuare a portare avanti queste linee strategiche, sul presupposto che solo individuando un mutato quadro di riferimento è possibile risolvere in maniera definitiva problematiche che affondano le loro radici in ambiti diversi e più ampi e risalenti a tempi sicuramente lontani.

Il prorettore reputa la relazione ampia ed esauriente. Ricorda alcune parti del Protocollo d’intesa e in particolare l’articolo 2, secondo comma, lettera f, nel quale viene detto che il Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata, per le responsabilità gestionali derivanti dalla ricerca e dalla didattica risponde sul piano amministrativo al Rettore, mentre per quelle derivanti dall’attività assistenziale risponde, sul piano amministrativo e organizzativo, al Direttore generale.
Laddove l’Università abbia un deficit relativo alla ricerca e alla didattica, ne risponde direttamente; analogamente, in presenza di un deficit dalla parte assistenziale è l’Azienda a risponderne.
Spiega che il sistema sanitario viene definito in inglese quasi-market, perché il committente, che è la Regione, è ad un tempo colui che fissa le tariffe, concorda con l’Azienda il budget annuale e stabilisce gli obiettivi.
È ben chiaro che chi determina questi tre aspetti poi determina anche il deficit e quindi ne è responsabile.
Ricorda che quando il 25 luglio 2002 il Protocollo d’intesa fu sottoposto al Senato Accademico, fece una serie di osservazioni vincolanti per il Rettore ai fini della firma ma non recepite nell’intesa stessa.
Sollevò, allora, il problema del rimborso delle spese del personale socio-sanitario, ponendolo tra i punti inderogabili ai fini della firma; questo punto non fu inserito nell’intesa nonostante fosse stato votato dal Senato Accademico e posto al Rettore come vincolo. Vi erano, inoltre, altri punti che dovevano essere evidenziati, come la sperimentazione gestionale di fondazioni, opzionale, e la designazione del Direttore generale secondo quanto previsto dalla normativa, con l’indicazione degli obiettivi; questo aspetto è stato recuperato in seguito nel contratto fatto dal Rettore al professor Montaguti, mentre i precedenti contratti non contenevano gli obiettivi.
Relativamente all’edilizia, ricorda lo stanziamento del Ministero della Salute, nel marzo 2001, ai sensi dell’articolo 71 della legge 448/98, Presidente del Consiglio Amato e Ministro della Sanità Veronesi. In data 24 febbraio 2005, il Direttore generale del Ministero della Salute ha dato parere favorevole al progetto di ristrutturazione con alcune condizioni: chiedendo, per esempio, la delibera di approvazione della Giunta regionale anche sul piano finanziario. All’Università, infatti, viene chiesta soltanto la precisazione sullo stato di proprietà del Regina Elena, destinato ad ospitare reparti di ematologia.
Chiede, inoltre, chiarimenti sulle modalità di reperimento di risorse finanziarie sul mercato privato per realizzare i parcheggi e che sull’investimento complessivo il 30 per cento sia costituito da cofinanziamento da parte di privati.
Ritiene, pertanto, chiaro quale sia la filiera delle responsabilità. Non vi è un atto né dell’Università, né della Facoltà che abbia impedito a qualsiasi Direttore generale o Commissario di ristrutturare o demolire. Fa presente che in occasione del Giubileo del 2000 il Direttore generale Fatarella ha ristrutturato il DEA, abbattendo e ricostruendo senza alcun impedimento da parte dell’Università nonostante che all’epoca si parlasse di Azienda universitaria, non ancora autonoma.
Riferisce che il giorno prima, il Consiglio di Facoltà di Medicina ha affrontato serenamente la questione, adottando alla fine una delibera unanime nella quale ha chiesto al Rettore di chiedere al Direttore generale di adottare gli atti previsti dalla legge e cioè il regolamento DAI, il cosiddetto manuale delle procedure, l’elenco delle strutture organizzative interne, il nuovo assetto stipendiale, il piano di ristrutturazione edilizia, con interventi, tempi e piani di mobilità idonea a mantenere le attività e provvedimenti anche per attuare l’intramoenia nell’ambito aziendale in maniera dignitosa; cose tra l’altro che erano state poste tra gli obiettivi fissati dal Rettore.

Il consigliere Sili Scavalli, relativamente alla citazione del ricorso FIALS-Tor Vergata, sostiene che tale ricorso riguardava un’altra cosa, perché a Tor Vergata non c’è personale sanitario, altrimenti dovrebbe informare la Triplice che è indirizzo dell’Amministrazione universitaria escludere CGIL, CISL e UIL Sanità dal tavolo di trattativa dell’Azienda Policlinico, come sarà comunque costretto a fare a seguito dell’affermazione del Direttore amministrativo. Legge: “In data 3 novembre 2004 il giudice designato del tribunale ordinario di Roma sezione lavoro, primo grado dottor Massimo Mariarini, ha accolto il ricorso della FIALS per condotta antisindacale contro l’Azienda Policlinico Umberto I”. Sottolinea che ci sono cause che si vincono ed altre che si perdono. In questo ricorso il giudice sospendeva una deliberazione del direttore generale.

Il rettore lo interrompe non ritenendo l’argomento pertinente con quanto in discussione.

Il consigliere Sili Scavalli prosegue il suo intervento affermando che la sentenza, senza entrare nel merito della delibera in esame, parla comunque di illegittimità poiché l’equiparazione economica del personale D2 del comparto Università alla figura del dirigente tecnico del Servizio Sanitario Nazionale non è supportata da alcuna norma di legge o contrattuale. L’articolo 28 del CCNL dell’Università del 28 luglio 2004 prevede una tabella di equiparazione tra il personale tecnico e il personale del comparto Università inquadrato nella fascia ottava D. Ritiene che in base a questa sentenza del giudice, il Direttore generale avrebbe dovuto revocare quell’equiparazione, però il Rettore Guarini ha sollecitato addirittura il Direttore generale Cosi, allora Commissario straordinario del Policlinico, con protocollo 11 del 21 febbraio 2005, ad erogare le somme come precedentemente concordato nel febbraio 2005.
Ritiene opportuno precisare che il Rettore affermava che, ferme restando le ricadute di carattere politico-gestionale del Direttore generale in ordine a tale eventuale decisione del Rettore, la stessa avrebbe comportato comunque possibili ritardi nella corresponsione del trattamento economico del personale proporzionalmente assegnato all’Azienda su questa tematica. Ribadisce che nonostante il giudice avesse dichiarato illegittima la delibera, il Rettore scriveva che a suo avviso era legittima e che quindi andava applicata.

Essendo terminato il tempo a disposizione, la registrazione viene interrotta.

Il consigliere Sili Scavalli rileva che il prorettore ha parlato per otto minuti.

Il rettore precisa che il professor Frati ha parlato come Prorettore vicario, integrando l’ illustrazione del documento.

Il consigliere Sili Scavalli chiede la par condicio, altrimenti dovrà scrivere dall’esterno, essendogli stata tolta la parola.

Il consigliere Simeoni si dispiace per il clima che si sta creando in Consiglio di amministrazione in conseguenza di atteggiamenti di persone che non distinguono il ruolo sindacale dal ruolo istituzionale: sono due piani ben diversi e distinti, che portano ad affrontare le questioni in modo diverso a seconda di come si deve operare. Purtroppo, quando si confondono questi piani emergono tematiche ibride che producono situazioni di incomprensione. Invita il professore Sili Scavalli a fare il consigliere di amministrazione e non il sindacalista, perché il ricorso lo ha fatto da sindacalista e riguarda, semmai, il confronto sindacale e politico nel quadro della concertazione fra Amministrazione e sindacati. Chiede, come rappresentante istituzionale in Consiglio, di non essere coinvolto in tematiche che non riguardano il Consiglio di amministrazione. Tra l’altro, ritiene quella sentenza lacunosa perché il giudice ha dimenticato che esiste un articolo 31 che nessuno ha abolito, per cui la situazione è tutta da discutere.
Dichiara che conosceva già, in parte, il contenuto della relazione facendo parte della Commissione Policlinico. Reputa la relazione abbastanza esaustiva riguardo ai rapporti, sia di tipo normativo sia di tipo organizzativo-gestionale tra l’Università La Sapienza e l’Azienda Policlinico. In seguito all’articolo de L’Espresso si è creato al Policlinico Umberto I un clima di incertezza, di confusione e di spinte politiche tali da intorbidire il quadro delle relazioni. Cita, ad esempio, la conferenza stampa indetta dalle organizzazioni sindacali della Sanità che rappresentano il personale regionale che opera nell’Azienda Policlinico a cui ha partecipato come uditore e in cui sono state fatte affermazioni singolari. Chiede al Rettore una presa di posizione ufficiale e chiara, come già espresso in un recente confronto sindacale rispetto al ruolo dell’Università nell’Azienda Policlinico Umberto I.
Aggiunge che in quella conferenza stampa sono stati toccati alcuni argomenti, fra i quali un punto delicatissimo riguardante il personale che opera nell’Azienda. I sindacalisti a livello provinciale della Sanità hanno affermato testualmente ai giornalisti presenti che, per quanto riguarda il personale, auspicano che innanzitutto l’Azienda diventi a totale controllo regionale, che venga redatto immediatamente l’atto aziendale e definita la pianta organica per poi verificare se il personale cosiddetto universitario “comandato” all’Azienda Policlinico abbia diritto di stare nella pianta organica e se l’eventuale personale universitario in esubero debba uscire dall’Azienda. Precisa di non ritenere il personale universitario “comandato” ma funzionalmente assegnato, con decreto rettorale reiterato nei vari tempi, presso l’Azienda Policlinico. Ritiene che il Rettore debba prendere una posizione ufficiale per chiarire che nell’Azienda universitaria e nel comparto Università vi sono regole certe e rapporti che vanno tenuti con correttezza istituzionale secondo le normative vigenti.

Alle ore 17.00 esce dalla Sala del Consiglio il consigliere Sili Scavalli.

Il consigliere Altezza stigmatizza l’intervento del consigliere Sili Scavalli che giudica assolutamente fuori luogo e fuori tema rispetto anche alle affermazioni fatte.
Dichiara di condividere l’intervento politico del consigliere Simeoni e di voler entrare nel merito degli aspetti convenzionali, perché dalla relazione presentata emergono a suo avviso nodi che devono al più presto essere sciolti. Crede che l’attuazione dei rapporti convenzionali, che ancora non si riesce a definire, debba essere assolutamente accelerata per risolvere le problematiche relative alla termogestione, alla rete telefonica, alla gestione degli archivi, alla definizione del regolamento DAI, ma anche al manuale di procedura che dovrà essere eventualmente approvato attraverso confronti che dovranno svolgersi nelle sedi opportune, oltre all’applicazione dell’articolo 28, citato fuori luogo da parte del consigliere Sili Scavalli.
Tutte questi aspetti costituiscono motivo di fortissime preoccupazioni che impongono da parte del Rettore un intervento assolutamente pressante verso la Direzione generale dell’Azienda affinché la partecipazione della stessa a questi momenti di confronto venga resa improcrastinabile. Dalla relazione emergono forti elementi di preoccupazione a prescindere dalle altre questioni che sono state sollevate dalla stampa, tra cui alcune affermazioni frutto di pura strumentalizzazione. Ritiene che la migliore risposta possa essere data con l’applicazione di quelle che sono le norme, con la pronta definizione degli atti convenzionali e dei rapporti tra Azienda e Università, con il proseguimento del confronto sindacale per quanto riguarda le vertenze in atto, la cui risoluzione porterà un sostanziale contributo ad un miglioramento nella gestione dell’Azienda e nei rapporti con l’Università.
Sottolinea la preoccupazione in ordine ad alcuni punti che emergono dalla relazione, che vedono pesantemente un’assenza da parte dell’Azienda. Il fatto che nell’ultimo periodo si sono succedute diverse Direzioni non appare una sufficiente giustificazione. Sottolinea un altro punto essenziale riguardante la definizione dei rapporti convenzionali relativi alla formazione perché, malgrado l’università per la propria formazione generalista non abbia escluso il personale universitario dell’Azienda, debbono essere fatte anche delle convenzioni che vadano verso una formazione più specifica di cui ha bisogno e ha diritto il personale universitario che presta servizio nell’Azienda.

Il rettore sottolinea che il contaminuti per gli interventi è elettronico ed opera automaticamente, segnalando con variazioni di colore il passare del tempo.

Il consigliere Ligia giudica molto valida e concisa la relazione, di cui condivide politicamente le linee. Ritiene che la convenzione vada definita con l’Azienda Policlinico e che vadano definitivamente chiariti gli eventuali debiti o crediti. E’ convinto che l’Università svolga un lavoro notevole dentro al Policlinico e quindi dubita dell’esistenza di debiti con l’Azienda Policlinico. Se effettivamente risultano nel bilancio dell’Azienda debiti, che comunque ritiene non possano essere portati a carico dell’Università, occorre definire tutte le problematiche illustrate nella relazione, stabilire una somma finale e superare le annose difficoltà. Al di fuori di quelli che sono le notizie scandalistiche o le polemiche, ritiene che il Policlinico non sia tra i peggiori di Roma e d’Italia, anche in considerazione che altre Aziende hanno deficit peggiori. D’altra parte, ritiene che l’Azienda non andrebbe meglio senza il sostegno dell’Università. Si chiede cosa potrebbe fare la Facoltà senza i docenti e senza il personale tecnico- amministrativo che opera nell’Azienda.
Ricorda che l’articolo 28 del CCNL prevede che il personale venga regolarizzato. Se si può ascrivere anche all’Università una colpa, è quella di non averlo ancora applicato. È vero che non è semplice applicarlo senza un pieno sostegno ed una piena attività dell’Azienda, però l’applicazione dell’articolo 28 del contratto, che è legge dello Stato, risolverebbe per parte del personale tecnico-amministrativo quasi tutti i problemi.
Relativamente all’archivio, questo è completamente inattivo; ciò costituisce un problema rilevante per il personale che deve andare in pensione per cui ritiene sia giunto il momento di affrontarlo, considerato che è emerso in maniera evidente.

Il rettore riferisce che sulla questione del distacco del Policlinico dall’Università, ha partecipato ad un incontro a livello nazionale con le organizzazioni sindacali e ha preso visione del documento unitario che condivide pienamente. Informa di aver inviato una sua nota alle organizzazioni sindacali nazionali del comparto Università.

Il consigliere Trebbi invita a non prendere troppo in considerazione i contenuti della campagna giornalistica. Relativamente alla relazione, rivolge un grande apprezzamento al Direttore amministrativo e a tutta la sua équipe; si tratta di una relazione molto chiara, concisa e densa di riferimenti giuridici. Concorda con quanto affermato dal consigliere Ligia in merito alle problematiche dei debiti e dei crediti. Rileva che nella relazione, in ordine alla necessità di definire con certezza i reciproci rapporti di debito/credito tra le due Amministrazioni previa individuazione degli ambiti di rispettiva competenza, si dice che “tale necessità era già stata ravvisata dal collegio dei sindaci” nella seduta del 6/3/2003. Richiama l’attenzione sul fatto che sono passati diversi anni prima di arrivare ad un punto di risoluzione. L’Università deve essere più celere nelle sue decisioni. Se, dopo la risoluzione del Collegio dei Sindaci, l’anno successivo si fosse già deciso qualcosa, si fosse andati già ad una Conferenza dei servizi per stabilire, una volta per tutte, questa annosa questione, il Consiglio non dovrebbe ancora discutere sui tanti aspetti irrisolti.
Ritiene necessario giungere, nell’ambito della problematica Università-Azienda Policlinico, ad una specifica trasparenza degli atti ufficiali, affinchè non si riproduca quanto accaduto nelle passate gestioni, quando è stata firmata una convenzione Università-Policlinico bypassando gli organi centrali del Policlinico stesso.

Il consigliere Saponara ringrazia il Rettore, il Direttore Amministrativo e tutti i suoi collaboratori per avergli reso chiara questa problematica complessa.
Evidenzia che, in questo momento, il grosso problema non è rappresentato dalla campagna-stampa, destinata ad esaurirsi, ma dalla definizione dei rapporti tra l’Università e l’Azienda Policlinico.
Ritiene che l’Azienda sia lo strumento per le attività assistenziali, essenziali per lo svolgimento delle funzioni istituzionali di didattica e di ricerca dell’Università e, quindi, della Facoltà di Medicina. Poiché il regolamento DAI va in direzione opposta, di sovrapposizione di funzioni di organi aziendali e non universitari, prega il Rettore di inserire questo argomento all’ordine del giorno della prossima riunione della Commissione Policlinico e Aziende Ospedaliere. Informa che il Preside della Facoltà di Medicina ha recentemente nominato una commissione, di cui si onora di partecipare.
La Regione ha dimostrato il suo fallimento nel ’99 e nel 2007. Il voler procedere ad acquisire sempre di più vuol dire andare incontro ad ulteriori fallimenti; se è da retroguardia dire che l’Azienda deve essere a maggiore gestione universitaria, occorre evitare di mettersi nelle mani di chi sta operando in maniera distruttiva attraverso una pessima gestione dei Direttori generali, Commissari eccetera. Comunque la situazione è complessa anche a causa di una carenza normativa. Occorre un provvedimento legislativo che auspica vada verso l’Università, ma nelle more non si può andare verso una maggiore aziendalizzazione di tipo ospedaliero.

Il rettore precisa che il regolamento DAI è stato esaminato per molto tempo con le organizzazioni sindacali e che grazie al confronto tra le parti e al contributo delle organizzazioni sindacali dell’Università il documento iniziale consegnatogli a luglio è stato notevolmente migliorato.

Il prorettore precisa che i punti che durante la trattativa sindacale sono stati visti con minore attenzione, e a cui si riferisce il consigliere Saponara, sono contenuti negli allegati, dove viene detto, al contrario di quanto previsto nel testo modificato, che il superiore gerarchico aziendale giudica sulla ricerca. Aggiunge che il giorno prima, in Facoltà, sono state approvate correzioni al testo ma solo dopo è stato deciso di mettere mano agli allegati perché non erano stati esaminati in sede di trattativa, ed è a questo che si riferisce il giusto risentimento del consigliere Saponara.

Il consigliere Vestroni esprime apprezzamento per il documento anche se suscita tante perplessità. Riconosce la difficoltà di elaborazione di un documento su una materia di grande complessità e che lui stesso, al momento, non si sente preparato a commentare puntualmente.
Vi sono problemi che s’intrecciano con gestione, politica e quant’altro e che sono dunque più complessi di quanto effettivamente non appaia da poche righe. Di conseguenza, di fronte a problemi che non si riesce a risolvere, è inutile tergiversare. Apprezza quanto affermato dal consigliere Trebbi ed auspica che questo Consiglio sia più fattivo.
Riguardo al modello di gestione, ognuno potrebbe avere un’idea diversa: già all’interno di questa Università, il modello di gestione del Policlinico e del S. Andrea sono diversi.
Ritiene opportuno chiarire bene, fra l’altro, quali sono i nessi fra Consiglio di amministrazione, forse anche tra Rettore, e questione Policlinico. Quando si leggono certi articoli di stampa, essendo i Consiglieri più esposti di quanto non lo sia un professore normale, si è anche i più interessati a capire se si può fare qualcosa ed eventualmente migliorare. Chiede alcuni chiarimenti tecnici.

Alle ore 17.25 esce il consigliere Falcone.

Il rettore fa presente che la dicotomia tra i due modelli di azienda dovrebbe essere superata proprio perché c’è ora l’impegno politico a dare attuazione completa al decreto legislativo 517/99; ci dovrebbe, perciò, essere un unico modello di azienda. Per questo aveva affermato di condividere il documento che i sindacati universitari unitari hanno presentato a Mussi.
I compiti del Consiglio di amministrazione nelle questioni del Policlinico si evincono dalla relazione, ma ritiene più opportuno che la Commissione istruttoria chiarisca per il futuro, come ricorda di aver egli stesso sempre affermato, che ciò non è di competenza di questo Consiglio che, diversamente, si assumerebbe responsabilità che non gli competono o che sono solo del Rettore. Ritiene molto importante dedicare tanta attenzione al Policlinico ma una volta che la Commissione avrà terminato i suoi lavori e avrà chiarito i rapporti tra Università e Azienda ospedaliera, il Consiglio dovrà occuparsi anche di altri problemi, perché l’Università è formata da tante Facoltà e Dipartimenti: il Policlinico e la Facoltà di Medicina sono importantissimi però non ci si può occupare solo o prevalentemente di loro.

Il prorettore precisa che, in base al decreto legislativo 517/99, al termine del quadriennio, si perviene a un modello unico il cui nome è già definito: Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico Umberto I” oppure S. Andrea. Aggiunge che, a livello nazionale, si sta convergendo sull’ipotesi che il Direttore generale sia nominato con atto congiunto del Rettore e del Presidente della Giunta regionale. Una struttura nuova, quando parte, Facoltà o Azienda che sia, si configura al meglio, non assume su di sé le stratificazioni del passato, che invece lascia alla vecchia Azienda e alla vecchia Facoltà.
Un altro aspetto, molto delicato, è la correlazione della programmazione accademica, che nelle altre Facoltà ha regole totalmente diverse, con la programmazione aziendale.
Ricorda che quando è diventato Preside, i professori ordinari ed associati erano 960, i ricercatori e tecnici laureati 1.020, per un totale di oltre duemila persone; in sedici anni si è passati da duemila persone a mille e cento che, sommate a quelle in servizio al S.Andrea e a Latina comportano una diminuzione del 30 per cento. C’è stato un ridimensionamento importante rispetto a situazioni del passato.

Il direttore amministrativo per rispondere anche alla sollecitazione del consigliere Trebbi, legge una nota del 2003 in cui sono riassunte le problematiche che devono essere affrontate da oggi in poi.
Precisa che si tratta di una sua nota del 5 settembre 2003, con protocollo G 11/82/44, in riscontro ad una nota del Commissario straordinario, “Egregio dottore, riscontro la sua nota del 01.09.2003 prot.0019955, inviatami per conoscenza, con cui la S.V. concorda sulla necessità di convocare a breve un tavolo di discussione tra le reciproche Amministrazioni al fine di affrontare e risolvere definitivamente la problematica relativa ai rapporti, patrimoniali e non, tra questa Università e codesta Azienda così come del resto indicato dal Collegio dei Sindaci nella seduta del 08.03.03. In proposito, è appena il caso di rilevare che la complessità delle problematiche da affrontare, per la inscindibilità dell’attività didattica e di ricerca da quella assistenziale, nonché per la natura universitaria dello stato giuridico del personale docente e tecnico amministrativo in servizio presso l’Azienda, la cui competenza gestionale resta in capo all’Università, presuppone approfondimenti che involgono diverse materie ed aspetti tecnico-giuridici riferibili a varie aree di attività: patrimoniali, tecniche e relative alle risorse umane.
Sulla base di tali considerazioni e sul presupposto che la vigente normativa, così come è recepita dall’ordinamento universitario, riconosce al Direttore Amministrativo dell’ Università la complessiva gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa con autonomi poteri di spesa, risulta evidente che le interlocuzioni sotto tale profilo non potranno che avvenire, per quanto mi concerne, con la S.V., attesa la omologa competenza riconosciutaLe.
Risulta, peraltro, necessario, come a suo tempo già rappresentato, che i Suoi Dirigenti prendano gli opportuni contatti, ai fini di una preliminare valutazione di ordine tecnico, con i Dirigenti dell’ Amministrazione Universitaria preposti alle varie aree di attività.
A tal fine, ed allo scopo di facilitare ogni rapporto, per garantire maggiore efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, ritengo opportuno che per gli aspetti tecnico-patrimoniali gli incontri avvengano con la dottoressa Daniela Cavallo, Dirigente dalla Ripartizione III - Patrimonio, la quale, già da tempo attivata sulla materia, rappresenterà il referente universitario per tutte le incombenze del caso.
Per la parte relativa alla “Risorse umane” il referente dell’ Amministrazione è la dottoressa Perla Stancari, Dirigente della Ripartizione II - Personale, anch’essa già da tempo attivata sulla problematica.
Risulta, infine, necessario rammentare che la definizione dei rapporti negli atti consequenziali (protocollo d’intesa, convenzioni, etc.) troverà formale riscontro anche in valutazioni preliminari del C.d.A. per le implicazioni di carattere economico-finanziaro aventi riflessi sul bilancio universitario.
Nell’attesa di incontrarLa personalmente, mi è gradita l’occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti”.
Puntualizza che questa lettera, che voleva ed intendeva porre un punto fermo in ordine all’esigenza di affrontare in maniera sistematica queste problematiche, poi non ha avuto una concretizzazione; di qui la necessità di convocare questo organismo paritetico per la definizione di tali problematiche. Occorre affrontare in un tavolo tecnico congiunto queste problematiche che sono a 360 gradi, perché ci sono altri aspetti che vanno definiti oltre l’aspetto patrimoniale e delle risorse umane. Il presupposto è, come affermato dal consigliere Saponara, che l’Azienda espleta attività strumentale e la definizione di questi rapporti non può che avvenire attraverso questa linea di principio. La problematica in ordine a quanto poi deve essere la partecipazione, non può che essere risolta attraverso una normativa di riferimento ed una valutazione di carattere tecnico.
L’Università è pronta per un confronto, avendo già predisposto lo schema di convenzione e definito le risorse in termini finanziari. Per quanto concerne il personale sottolinea che l’Azienda si avvale di un consistente numero di persone il cui stato giuridico è quello di personale universitario, che quindi non grava sul bilancio regionale.
Per gli aspetti patrimoniali c’è stata già una rilevazione delle aree compiuta dall’Unità Organizzativa Ippocrate; quindi, vanno definite le percentuali convenzionali in ordine alla parte comune, così come vanno definite le partite creditorie per gli ex “prefettati”, personale medico, dedito esclusivamente all’attività assistenziale, il cui onere è sostenuto dall’Università ma che dovrebbe gravare sul bilancio dell’Azienda.
In ogni caso il delta tra crediti e debiti non potrà che essere inserito a decorrere da una certa data, altrimenti si avrà, con effetto retroattivo, inserite nei bilanci dell’Università situazioni che non sono state mai formalmente definite, ancorché più volte sollecitate.
Ritiene importante anche un’altra nota del 2004, riferita agli aspetti patrimoniali, inviata anche questa al Commissario straordinario, in cui si ribadisce ancora una volta la necessità di convocare al più presto un incontro con il Dirigente della Ripartizione III e con quello della Ripartizione II, in questo caso il dottor De Angelis, nel frattempo succeduto alla dottoressa Stancari, al fine di valutare in via preliminare tutti gli aspetti tecnico-patrimoniali e quelli relativi alle risorse umane, nonché tutte le implicazioni economico-finanziarie da sottoporre all’esame del Consiglio che non è stato mai bypassato né omesso, per affrontare e risolvere definitivamente la questione relativa alla destinazione degli immobili sia sotto l’aspetto didattico-scientifico che tecnico-giuridico.
Precisa che questa nota è stata inviata non solo al Commissario straordinario, ma per conoscenza anche alla dottoressa Elisabetta Spitz, Direttore generale dell’Agenzia del Demanio. Quindi, è stata invocata una chiamata in causa dell’Agenzia del Demanio in quanto gli edifici, per la quasi totalità, sono demaniali.
Tutto ciò non si è concretizzato e non ritiene opportuno analizzarne ora le ragioni. Al Commissario straordinario è succeduto un altro Direttore generale, vi sono solleciti in ordine all’attivazione di questo tavolo tecnico, vi è questa volontà, vi è una Commissione istruttoria del Consiglio di amministrazione. Quindi, quanto prima si riunisce, quanto prima potrà affrontare e risolvere questi problemi.
Si tratta essenzialmente di due grandi partite e di alcuni codicilli che vanno inseriti in un quadro di rapporto convenzionato.

Il dottor Oriani si scusa in quanto, per ragioni istituzionali, dopo il suo intervento dovrà abbandonare il Consiglio.
Precisa che il Collegio dei Sindaci ogni anno, in sede di rendiconto e di bilancio preventivo, ha evidenziato questo problema che in una qualche misura impatta sulle previsioni di bilancio in termini di assoluta attendibilità e congruità.
In questo caso non si tratta di un problema di buona volontà ma di un dovere istituzionale al quale bisogna richiamare chi è responsabile.
L’università chiede solo l’adempimento di doveri istituzionali, l’inadempimento dei quali produce responsabilità.
Aggiunge che una convenzione non deve essere un’opera definitiva ma può essere prevista anche in termini di praticabilità; di volta in volta, di fronte ad aspetti importanti, la si esamina e poi si agisce di conseguenza. Una convenzione non deve essere onnicomprensiva o totalizzante; convenzioni per oggetti definiti possono essere portate ad effetto. Ritiene che rispetto al nulla potrebbe essere interessante questa costruzione in progress dove si realizzano intese.
Precisa di aver voluto fare queste segnalazioni proprio perché il Collegio è stato citato ma ricorda che il Collegio su queste tematiche ha sempre posto particolare attenzione perché ritiene che sia un aspetto veramente importante.

Il rettore conclude la discussione raccomandando alla Commissione di procedere al più presto alla stesura di un documento definitivo. Ritiene di poterla convocare subito.

Escono la dott.ssa Cavallo, la dott.ssa Ranalli, il dott. De Angelis, la dott.ssa Minucci.

Il Consiglio prende atto della relazione.

Alle ore 17.45 escono il dott. Oriani e il consigliere Bonafede.


 

 

IINDENNITA’ ORGANI DI GOVERNO

Il Presidente, a seguito di richiesta di alcuni consiglieri, informa il Consiglio di Amministrazione sulle “indennità Organi di Governo”.

Ricorda che, in base al criterio della responsabilità e competenza dei vari Organi, il Consiglio, con delibere in data 21 giugno e 19 luglio 2005, ha determinato le indennità da corrispondere agli Organi di Governo dell’Ateneo, a decorrere dal 1° luglio 2005 ad eccezione del Collegio dei Sindaci per il quale la corresponsione decorre dalla data della costituzione dell’Organo (25 marzo 2005), e, si è riservato di riesaminare la materia in relazione ad eventuali riduzioni di stanziamento ed all’attivazione degli Atenei Federati.

Le indennità e i gettoni sono stati decurtati del 10%, così come previsto dal comma 58 dell’art. 1 della legge 266/2005 (finanziaria 2006) a decorrere dal 1° gennaio 2006.

Con delibera in data 14 novembre 2006 sono state fissate le indennità da corrispondere ai Presidenti degli Atenei Federati, con decorrenza 1° gennaio 2007.

Nella tabella sottostante sono riportate le indennità percepite da tutti gli Organi di Governo de “La Sapienza”:

 

organi

indennità deliberate

indennità decurtate del 10%

Rettore

78.000,00 euro

70.200,00 euro

ProRettore vicario

39.000,00 euro

35.100,00 euro

ProRettori *

6.200,00 euro

5.580,00 euro

Presidi di Facoltà con numero docenti  da 1 a  100

4.000,00 euro

3.600,00 euro

Presidi di Facoltà con numero docenti compreso tra 101 e 400

6.000,00 euro

5.400,00 euro

Presidi di Facoltà con numero docenti oltre 400

7.000,00 euro

6.300,00 euro

Direttori di dipartimenti con numero di afferenti da 16 a 30

2.100,00 euro

1.890,00 euro

Direttori di dipartimenti con numero di afferenti da 31 a 50

3.100,00 euro

2.790,00 euro

Direttori di dipartimenti con numero di afferenti oltre 50

4.100,00 euro

3.690,00 euro

Presidente Collegio dei Sindaci

25.000,00 euro

22.500,00 euro

Componenti effettivi Collegio dei Sindaci

20.000,00 euro

18.000,00 euro

Presidente Nucleo di Valutazione

21.000,00 euro

18.900,00 euro

Vice Presidente Nucleo di Valutazione

19.000,00 euro

17.100,00 euro

Componenti Nucleo di Valutazione

18.000,00 euro

16.200,00 euro

Presidente Nucleo di Valutazione Strategica

21.000,00 euro

18.900,00 euro

Componenti Nucleo di Valutazione Strategica

18.000,00 euro

16.200,00 euro

Componenti elettivi Consiglio di Amministrazione

10.000,00 euro

9.000,00 euro

Presidenti Atenei Federati

6.500,00 euro

5.850,00 euro

*La indennità prevista per i pro-rettori, con provvedimento in corso di emanazione, sarà decurtata a decorrere dal 4 luglio 2006 di un ulteriore 30%, a norma dell’art. 29 del Decreto Legge 223/2006 di seguito citato.

 

Le seguenti figure istituzionali, inoltre, percepiscono un gettone di presenza:

  • Componenti elettivi del Consiglio di Amministrazione:  450,00 euro per ogni seduta programmata con un limite massimo di 9.000,00 euro/annui;

  • Componenti di diritto del Consiglio di Amministrazione: 90,00 euro a seduta;

  •  Componenti del Senato Accademico: 90,00 euro a seduta;

  •  Componenti del Collegio dei Sindaci: 90,00 per ogni presenza alle sedute del Collegio e del Consiglio di Amministrazione.

 

Specifica che per quanto riguarda l’applicazione dell’art. 29 del Decreto Legge 223 del 4 luglio 2006, che prevede che “la spesa complessiva sostenuta dalle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, per organi collegiali e altri organismi, anche monocratici, comunque denominati, operanti nelle predette amministrazioni, è ridotta del 30% rispetto a quella sostenuta nell'anno 2005 con l’esclusione degli organi di direzione, amministrazione e controllo non statali previsti e disciplinati da norme statutarie..”; il relativo provvedimento è in corso di emanazione. 

Ricorda, infine, che lo stanziamento sul 2.1.2.1.  “gettoni/Indennità” per l’esercizio finanziario 2007 ammonta ad euro 1.157.320,00 e che, a seguito

 della già citata delibera di Consiglio in data 19 luglio 2005,  lo stanziamento per le indennità da corrispondere ai Presidi ed ai Direttori di Dipartimento è stato previsto sul conto 10.1.1.1. “ contributo ordinario” per un ammontare di euro 442.680,00.

Tali stanziamenti rappresentano il limite massimo disponibile.

Il Presidente  invita il Consiglio a riesaminare la materia.

  

Allegati parte integrante:

delibera del Consiglio di Amministrazione del 21 giugno 2005;  (ALL.2)
delibera del Consiglio di Amministrazione del 19 luglio 2005;(ALL. 3)
delibera del Consiglio di Amministrazione del 14 novembre 2006.
 (ALL.4)

 

 


Sull’argomento relativo a: “Indennità organi di governo” (affari contabili 2/1), il rettore informa che in base alla richiesta avanzata da alcuni consiglieri di avere informazioni sulle indennità degli organi di governo, gli Uffici, che ringrazia, hanno preparato il documento in esame. Precisa che le delibere degli organi collegiali del 1999 e del 2005 avevano fissato queste indennità.
Fa distribuire due prospetti riepilogativi.

Il direttore amministrativo precisa che i due prospetti, preparati poche ore prima che si riunisse il Consiglio, possono essere utili per un’analisi maggiormente approfondita della problematica.
Il primo prospetto fornisce un’analisi comparativa con alcune università relativamente all’anno 2005.
Il secondo prospetto chiarisce qual è stato, in progress, lo sviluppo delle indennità dal vecchio regolamento di contabilità fino ad oggi.

Secondo il consigliere Farinato dalla cartellina non si evince la motivazione per cui viene data una indennità di carica ai prorettori, che non sono previsti nello statuto e neppure nel regolamento di finanza e contabilità.
Chiede come si sia arrivati a questa indennità, escludendo il prorettore vicario.
Chiede quale sia la differenza tra la figura del prorettore e quella del delegato.

Il consigliere Laganà chiede come mai l’analisi comparativa sia stata fatta solo con un numero limitato di università; ritiene che un’analisi di questo genere non possa essere molto indicativa. Ritiene poco significativa una comparazione tra una grande università ed una piccola università, tipo quella di Salerno.
Rileva che alcuni centri di spesa, in modo particolare alcune Facoltà, presentano un’anomalia. Poiché le indennità dei Direttori di dipartimento e degli altri centri di spesa vengono ad essere attivate sul bilancio ordinario degli stessi centri, questo determina che i fondi per le attività ordinarie di alcuni centri di spesa sono inferiori al 50 per cento dell’indennità. Auspica che nel futuro si riesca a riportare le indennità dei Direttori di Dipartimento e degli altri centri di spesa a non gravare sul finanziamento ordinario.

Il consigliere Mussino concorda con gli interventi precedenti.
Rileva, con sorpresa, che i membri eletti del consiglio di amministrazione sono in qualche modo misurati sulla presenza. Ritiene ciò un po' offensivo, considerata la costante presenza di tutti i consiglieri. Chiede per quale motivo i componenti del Nucleo di valutazione abbiano un’indennità svincolata dalla presenza. Essi potrebbero partecipare all’attività del Nucleo di valutazione senza prendere parte ad alcuna seduta e fruire comunque integralmente dell’indennità. Ritiene questo un aspetto da riconsiderare.

Il rettore ricorda che questi aspetti sono stati discussi e chiariti dal precedente Consiglio.

Il direttore amministrativo invita a tenere presente che si è di fronte ad un deliberato collegiale.
Risponde alla prima domanda del consigliere Laganà e precisa che sono stati semplicemente estrapolati i dati di quelle università che sembravano più significative per dimensione e per vicinanza. Si tratta di un’analisi che è solo l’estrapolazione di un’altra più ampia.
Sulla seconda questione che è stata posta, si è incorsi in un errore tecnico. Nell’applicazione dei vincoli, si è determinata lo scorso anno una riduzione complessiva dello stanziamento della dotazione ordinaria dei centri di spesa che ha inciso anche sulle indennità con il paradosso citato dal consigliere Laganà. Ciò vale non tanto per i Dipartimenti ma piuttosto per le piccole Facoltà, in particolare Studi orientali, Statistica e così via, dove l’incidenza è stata elevatissima. Occorre trovare una soluzione, che potrà trovare applicazione a partire dal 2007: anche se passerà del tempo, si farà in modo di applicare il nuovo sistema a partire dal 1° gennaio dell’anno in corso, fermo restando il rispetto della volontà del Consiglio.
Relativamente alle indennità dei Prorettori, ricorda che nella seduta del 2005 il Consiglio ha così motivato la delibera: “considerato il loro rilevante e nuovo impegno istituzionale” precisando che doveva essere corrisposta “la stessa indennità prevista per i Presidi di Facoltà, purché non godano già di altre indennità”. Vi era poi un ulteriore vincolo per cui doveva essere corrisposta una sola indennità, ovvero quella più alta.
Relativamente alle considerazioni del consigliere Mussino, ricorda che il Consiglio, tra una ipotesi che prevedeva la corresponsione di un’indennità di partecipazione proporzionale alle sedute programmate e un’ipotesi alternativa che prevedeva una quota fissa ed una proporzionale al livello di partecipazione, scelse il sistema misto: quota fissa più quota commisurata sulla partecipazione avendo l’esigenza di avere una partecipazione piena alle sedute del Consiglio, visto che era accaduto che vi fossero sedute con una partecipazione talvolta ai limiti del numero legale.
Sottolinea che il delegato non percepisce alcun compenso, mentre per il Prorettore, che ha una valenza istituzionale di presenza di governo, l’indennità rappresenta soltanto un ristoro della rilevanza di questa maggiore attività laddove l’indennità del Prorettore vicario è commisurata all’indennità del Rettore.

Il consigliere Farinato puntualizza che la sua era una richiesta di sapere quale disposizione di legge stabilisca che il consiglio di amministrazione può assegnare un’indennità di carica ai Prorettori. Ritiene che il Consiglio non possa stabilire un’indennità per delle cariche che non compaiono né in Statuto né in Regolamento.

Secondo il direttore amministrativo non risulta che le cariche istituzionali prevedano comunque un’indennità. Non c’è questa equazione.
Delle due l’una: o si trova una corrispondenza biunivoca carica-indennità, o laddove tale corrispondenza non vi sia, è evidente che vi possono essere cariche istituzionali e cariche non istituzionali cui sia collegata un’indennità. Non a caso, del resto, la recentissima normativa statale prevede che la riduzione del 10 o del 30 per cento debba valere per tutte quelle cariche che non hanno una rinvenienza istituzionale o statutaria. Questo significa, ex adverso, che è possibile che vi siano delle cariche non istituzionali per le quali sia comunque prevista una remunerazione. Questo è il ragionamento che sottende alla valutazione che è stata compiuta.

Il consigliere Laganà rileva che il Nucleo di valutazione non è ancorato alla presenza per cui i componenti ricevono ogni anno 18.000 euro, che è il massimo percepibile da un consigliere di amministrazione che sia sempre presente con responsabilità oggettivamente superiori. Ritiene che i dati siano contrastanti tra loro e dovrebbero essere rivisti e ridimensionati. Riportare, come era una volta, l’indennità del Consiglio ad un livello non ancorato alle presenze, porterebbe i componenti sia del Nucleo che del Consiglio a percepire la stessa indennità; altrimenti, ritiene anomalo che i consiglieri di amministrazione siano considerati a livello di gettone di presenza e quindi molto di meno, pur essendo elettivi.

Il direttore amministrativo ribadisce che non c’è un’equiparazione tra attività del Consiglio e attività del Nucleo di valutazione. L’attività di quest’ultimo, infatti, è riferita alla predisposizione di una serie di documenti, altrimenti viene meno ai suoi compiti. Pertanto, la presenza alle sedute è del tutto irrilevante.
Diversa è la situazione di una carica di carattere elettivo, che può dar luogo teoricamente anche alla non partecipazione o ad una continua indisponibilità, a fronte della quale, con un meccanismo di remunerazione non ancorato alla presenza, vi sarebbe egualmente il riconoscimento integrale dell’indennità.
Non è possibile paragonare un’attività riferita ad un’elezione e ad una funzione collegiale di carattere gestionale, ancorché importante, con un’attività che prevede la produzione di un risultato. E’ quindi sull’attività che ha luogo la valutazione relativa al Nucleo e non in termini di numero delle sedute o di partecipazione alle sedute. Si tratta di una differenza su cui occorre riflettere.

Il rettore ritiene che l’argomento possa essere riesaminato entro l’anno.
In base al documento presentato, importante, anche perché ha sistematizzato la materia, si potrà approfondire l’argomento e fare delle proposte di modifica, fermo restando che bisogna verificare quello che si può modificare.

Il consigliere Mussino afferma che: “E’ chiaro che questo problema ci era stato già posto dal membro del collegio dei Sindaci. Ovviamente, ciò vuol dire che dovrà essere cura dell’amministrazione presentare al Consiglio, prima che venga stabilito il contratto per il prossimo anno o in corrispondenza della scadenza dei nuclei di valutazione, una proposta intesa a verificare se debba essere modificata l’impostazione in atto.
In secondo luogo, il Consiglio potrebbe in qualche modo valutare le ipotesi di esplosione di queste indennità di carica, come abbiamo verificato in occasione della modifica che ci è stata sottoposta, se non sbaglio, all’atto della prima riunione del nuovo Consiglio, per cui c’era da inserire l’indennità spettante ai Presidenti degli Atenei federati. Prima, dunque, che esplodano le cariche ed esplodano le richieste, forse il Consiglio dovrebbe prendere una posizione ferma, stabilendo che finché non vi sia un’attività effettiva degli Atenei federati e finché no
n si dimostri l’effettiva potenzialità del decentramento, nessuno deve pensare di avere delle indennità.”

Il direttore amministrativo ricorda che anche il precedente Consiglio aveva espresso il timore di un’esplosione delle indennità. Ed infatti, proprio con riferimento ai Prorettori, si decise di fissare un tetto massimo che non avrebbe comunque potuto essere superato. La delibera stabilì quindi di destinare ai Prorettori un’indennità la cui entità complessiva, ferma restando la misura massima individuale, non potesse comunque superare i 40 mila euro: per cui, se per ipotesi si decidesse di nominare 20 Prorettori, comunque la misura complessiva delle indennità non potrebbe superare quella cifra.
Questa esigenza fu avvertita e quindi fu stabilita un’autolimitazione, decidendo un tetto massimo.

Il consigliere Saponara rileva che una pubblicazione del Nucleo di valutazione datata 22 gennaio 2007, consiste in una relazione sul periodo 2004-2005. Ritiene che, quanto meno, il lavoro del Nucleo non sia tempestivo.

Il rettore fa presente che il Nucleo di valutazione può fare questi rapporti soltanto quando sono completate le rilevazioni statistiche relative ad un anno accademico.
I dati diventano definitivi con un ritardo di un anno e dunque per quanto riguarda l’anno accademico 2005-2006 non c’erano i dati necessari per redigere il rapporto.

Secondo il consigliere Saponara se la documentazione viene prodotta con ritardi biblici, allora ha poca utilità. Se queste cose non sono tempestive e non si possono apportare correzioni, servono a poco.

Il rettore ribatte che si tratta di un’attività che, per legge, tutte le università debbono fare: vengono comparati i dati di tutte le università, con riferimento ad una determinata data. In passato, non essendoci alla Sapienza il Nucleo di valutazione, sono stati persi finanziamenti. Ricorda che il Nucleo esprime il suo parere anche sull’attivazione dei fondi, sulle ricerche.

Il prorettore ritiene che il Nucleo di valutazione, in una logica di valutazione e di controllo, sia l’organo più importante che svolge un lavoro molto oneroso. Tutta una serie di passaggi tra l’Università e il Ministero obbligano il Nucleo di valutazione a fare ponderose relazioni; ricorda che ai tempi del Rettore Tecce, non si provvedeva all’inoltro e questo rappresentava per la Sapienza una penalizzazione economica colossale, con un abbattimento ogni volta del 10 per cento.

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, il consiglio prende atto della relazione.
 


 

 

RATIFICA D.R. 00011 DEL 12-01-2007 - ESONERO PARZIALE DAL PAGAMENTO DELLE TASSE DI ISCRIZIONE AI CORSI DI DOTTORATO DI RICERCA ATTIVATI DALLA SAPIENZA - UNIVERSITA’ DI ROMA, RISERVATO A N. 20 UNITA’ DI PERSONALE DIPENDENTE A TEMPO INDETERMINATO (DI CUI 10 IN SERVIZIO PRESSO LE AZIENDE POLICLINICO UMBERTO I E SANT’ANDREA E 10 IN SERVIZIO PRESSO L’UNIVERSITA’). ANNO ACCADEMICO 2006-2007 – INTEGRAZIONE ALLA DELIBERA DELL’ESONERO PARZIALE DEL 17/10/06.
Il Presidente comunica quanto segue:
Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 17 ottobre 2006, ha autorizzato per l’anno accademico 2006/2007, l’esonero parziale dal pagamento delle tasse universitarie, pari al 50%, per il personale tecnico amministrativo in servizio a tempo indeterminato, immatricolato o iscritto a corsi di laurea di I livello o a ciclo unico, per n.120 unità (di cui n.60 in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e n. 60 in servizio presso l’Università), o a corsi di laurea di II livello o a ciclo unico, per n.60 unità (di cui n.30 in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e n.30 in servizio presso l’Università), oppure a Master di primo e secondo livello, per n.20 unità (di cui n.10 in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e n.10 in servizio presso l’Università).
Il Consiglio ha autorizzato, nella medesima seduta, l’Amministrazione all’adozione di tutti gli atti consequenziali necessari a dare corso alla delibera secondo i termini e le modalità definite in sede di redazione dei relativi bandi di concorso. Ha autorizzato inoltre l’impegno della relativa spesa, per un massimo di € 100.000,00, sul conto n. 1.4.3.1 - Corsi di Formazione - del B.U. 2006
In considerazione dell’opportunità di procedere all’esonero parziale delle tasse universitarie anche per i corsi di Dottorato di Ricerca, con Decreto del Rettore n.11 del 12.1.2007 è stato autorizzato, ad integrazione di quanto previsto dalla delibera del 17 ottobre 2006, il rimborso parziale, pari al 50% delle tasse universitarie, relative a corsi di Dottorato di Ricerca, istituiti da questo Ateneo, nella misura di n. 20 posti destinati al personale tecnico amministrativo, dipendente a tempo indeterminato, di cui n. 10 unità in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e n. 10 unità in servizio presso l’Università.
La relativa spesa rientra in quella già autorizzata, pari a € 100.000,00, che grava sul conto 1.4.3.1 del Bilancio Universitario 2006.
Tutto ciò premesso, si sottopone a ratifica il suddetto Decreto del Rettore n. 11 del 12.1.2007.

 

 


Sull’argomento relativo a: “Ratifica decreto rettorale n. 00011 del 12.1.2007 - Esonero parziale dal pagamento delle tasse di iscrizione ai corsi di Dottorato di Ricerca attivati dalla Sapienza - Università di Roma, riservato a n. 20 unità di personale dipendente a tempo indeterminato (di cui 10 in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e 10 in servizio presso l’Università). Anno Accademico 2006-2007 – Integrazione alla delibera dell’esonero parziale del 17/10/06” (affari contabili 2/2), il consigliere Altezza ringrazia il Rettore e il Direttore amministrativo per aver recepito la sua richiesta e avere esteso la possibilità di questo rimborso al personale tecnico-amministrativo sia dell’Università che del Policlinico e del S. Andrea, vincitore di dottorati di ricerca. Si è così ovviato ad una mera dimenticanza.

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, il rettore pone in votazione la proposta di delibera che viene approvata all’unanimità.


DELIBERAZIONE N. 1/07

IL CONSIGLIO

DELIBERA

1. di ratificare il Decreto Rettorale n.11 del 12.1.2007 che autorizza, per l’anno accademico 2006/2007, ad integrazione di quanto previsto dalla delibera del 17 ottobre 2006, il rimborso del 50% delle tasse universitarie relative ai corsi di Dottorato di Ricerca istituiti da questo Ateneo, nella misura di n. 20 posti destinati al personale tecnico amministrativo dipendente a tempo indeterminato, di cui n. 10 unità in servizio presso le Aziende Policlinico Umberto I e Sant’Andrea e n. 10 unità in servizio presso l’Università;
2. di autorizzare l’Amministrazione all’adozione di tutti gli atti consequenziali necessari a dare corso alla delibera secondo i termini e le modalità definiti in sede di redazione del relativo bando di concorso;
3. di confermare l’impegno di spesa n. 200604464, già autorizzato per un massimo di € 100.000,00 sul conto 1.4.3.1 del Bilancio Universitario 2006.

Letto, approvato seduta stante per la sola parte dispositiva.

 IL SEGRETARIO   
Carlo Musto D'Amore

IL PRESIDENTE 
Renato Guarini


Entra il dott. Luigi Mancino, Dirigente della Ripartizione I.


 

 

 Convenzione Sapienza Università di Roma/Comune di Roma per la Scuola Comunale dell’infanzia

Come è noto, da molti anni è in funzione nella Città universitaria una sezione di Scuola materna destinata ai figli di dipendenti dell’Università e dell’Azienda Policlinico. Ciò in virtù di una convenzione con il Comune di Roma, in base alla quale questi mette a disposizione le insegnanti, mentre l’Università fornisce i locali, il personale ausiliario ed il vitto. L’ultimo rinnovo della convenzione è avvenuto in data 29/1/1999 e la scadenza del rapporto, dopo una serie di rinnovi taciti, di biennio in biennio, è attualmente prevista per la fine dell’anno scolastico 2006/2007.
Del tutto inaspettatamente, durante la scorsa estate un Dirigente del Comune di Roma si è messo in contatto con l’Ufficio competente di questa Università chiedendo un incontro urgente a proposito della Scuola dell’infanzia ed ha quindi comunicato che il Comune non intendeva proseguire il rapporto convenzionale in essere e che già a decorrere dal 1° settembre 2006 l’Università avrebbe dovuto accollarsi gli oneri di tutte le insegnanti della Scuola dell’infanzia.
A seguito di contatti intervenuti tra le due Amministrazioni, ed in particolare di un intervento del Rettore presso il Sindaco, si è poi ottenuta la permanenza di tre delle cinque insegnanti comunali sino al termine dell’anno scolastico 2006/2007 e, nel contempo, si è provveduto a stipulare n. 2 contratti Co.Co.Co. fino al giugno 2007 per il completamento dell’organico.
Immediatamente gli Uffici si sono interessati per discutere i termini di una nuova convenzione per l’anno scolastico 2007/2008.
Dopo molte lettere interlocutorie sono pervenute n. 2 note, datate 15/1/2007, nelle quali il Comune di Roma, sostanzialmente, ribadisce la propria volontà di non rinnovare il rapporto convenzionale con “La Sapienza” e, nell’interesse dei bambini e dei genitori interessati, si dichiara disponibile a favorire l’iscrizione dei bambini stessi ,per il prossimo anno scolastico, nelle scuole comunali del Municipio III o di altro Municipio, adottando una serie di deroghe alle norme regolamentari in vigore.
Nel frattempo il Direttore del Dipartimento XI Politiche Educative e Scolastiche ha fissato un appuntamento al Dirigente della Ripartizione I e l’incontro si è svolto in data 17/1/07.
Dal colloquio sono emerse, sostanzialmente, due soluzioni alternative a quella proposta dal Comune con le sopracitate lettere:
a) stipulare una nuova convenzione della durata approssimativa di un decennio, avente ad oggetto, esclusivamente, il comando presso la scuola delle tre insegnanti comunali attualmente in servizio, con rimborso a carico dell’Università dei loro emolumenti e con la necessità di assumere, da parte della stessa Università, una ulteriore insegnante per completare l’organico, ferma restando la necessità di assicurare anche le supplenze.
b) affidare, come hanno fatto già altri Enti, come la Banca d’Italia e l’Azienda San Filippo Neri, il servizio in outsourcing ad una associazione esterna. In questo caso l’Università adotterebbe un modello di gestione indiretta espletando esclusivamente funzioni di controllo, con possibili vantaggi di carattere economico rispetto ad una gestione diretta.
In entrambi i casi sub a) e sub b) la scuola non manterrebbe più la qualificazione di ‘paritaria’ e, pertanto, sarebbe necessario richiedere all’Ufficio scolastico regionale competente il riconoscimento della parità, che comporta l’adozione di specifici ed onerosi adempimenti organizzativi. Inoltre, nella struttura si renderebbe necessario effettuare lavori di ristrutturazione (sostanzialmente abbattimento di tramezzi) per renderla idonea ad ospitare due sezioni di 25 bambini ciascuna.
Quanto, poi, agli oneri economici connessi ad entrambe le soluzioni sub a) e sub b) è da considerare che gli emolumenti di un insegnante di scuola materna sono approssimativamente pari a 25.000 – 27.000 Euro/annui (27.000*4 = 108.000) cui bisognerebbe aggiungere un ulteriore importo da dedicare al pagamento delle supplenze.
Inoltre bisognerebbe tener presente che, quand’anche si decidesse di far partecipare gli utenti alle spese (per esempio chiedendo il rimborso di 1/3 del costo relativo ad ogni bambino) occorrerebbe tuttavia che l’Amministrazione si accollasse preventivamente tutti gli oneri economici, mentre i rimborsi da parte degli utenti potrebbero venire (o non venire) soltanto al momento delle effettive frequenze: potrebbe accadere, cioè, che la domanda di iscrizione venga presentata comunque; che l’Amministrazione programmi la spesa delle insegnanti sulla base delle graduatorie; che una parte più o meno consistente degli aventi diritto trovi più conveniente, alla fine, frequentare una struttura comunale, considerato che, è bene precisare, è gratuita, oppure ritiri il bambino nel corso dell’anno scolastico lasciando l’Amministrazione esposta a spese non preventivate. A titolo esemplificativo, nell’anno scolastico 2006/2007 hanno rinunciato a frequentare la struttura 5 bambini tra i 50 ammessi.
E’ da precisare, poi, che nell’ipotesi sub a) sarebbe necessario acquisire il preventivo consenso delle tre insegnanti comunali che, pur avendo comunicato, per le vie informali, la loro disponibilità a proseguire il servizio presso la scuola, si troverebbero ad essere comandate presso la Sapienza per un lungo periodo, durante il quale dovrebbero rinunciare ad una eventuale titolarità dell’insegnamento presso una scuola comunale, con inevitabili riflessi sulle rispettive posizioni attualmente raggiunte nelle graduatorie comunali.
Come ulteriore elemento di giudizio si informa poi che, ai sensi del vigente CCNL del comparto Università le Amministrazioni, nell’ambito delle proprie disponibilità, possono istituire asili nido aziendali, mentre la istituibilità di una scuola dell’infanzia non è contemplata da alcuna norma contrattuale.
E’ quindi percorribile l’ulteriore strada di abolire la scuola dell’infanzia dell’Università e destinare i relativi spazi al potenziamento dell’asilo nido aziendale. Si precisa che nel corrente anno scolastico 2006/07 sono state

presentate n. 76 domande di iscrizione e, considerati i 27 posti già occupati, è stato possibile accettarne soltanto 23.
In ogni caso, è necessario che l’Amministrazione universitaria adotti un provvedimento urgente, in quanto si sono aperti già i termini per le iscrizioni nelle Scuole dell’infanzia, per le quali è prevista la scadenza il prossimo 16 febbraio 2007.
Il Presidente invita, quindi, il Consiglio ad esprimere il proprio avviso, ferme restando le verifiche di legittimità normativa e di compatibilità di bilancio, con riferimento anche agli aspetti organizzativi (istituzione di una scuola paritaria) in ordine alla prosecuzione del mantenimento della Scuola dell’Infanzia con gli oneri a carico del bilancio universitario e con la contribuzione, in misura da definirsi, a carico dei genitori dei bambini.
In alternativa, invita il predetto Consesso ad esprimere il proprio avviso in ordine all’estensione della platea dei bambini ospitati nell’asilo nido aziendale, valutando la compatibilità di bilancio, ferma restando la contribuzione in misura, eventualmente, da ridefinirsi a carico dei genitori dei bambini e verificando la possibilità di ottenere contributi previsti dalle vigenti normative in materia.

 

 


Sull’argomento relativo a: “Convenzione Sapienza Università di Roma-Comune di Roma per la Scuola comunale dell’infanzia” (convenzioni 3/1) il direttore amministrativo spiega che si tratta di una questione molto delicata. Da tempo erano in attività, nella città universitaria, tre sezioni di scuola dell’infanzia comunale destinata ai figli di dipendenti sia dell’Università che dell’Azienda Policlinico. Ciò in virtù di una convenzione con il Comune di Roma la quale stabiliva che vi fosse una partecipazione da parte di quest’ultimo con la disponibilità di maestre a proprio carico, mentre l’Università partecipava mettendo a disposizione la struttura, i materiali di consumo, il personale ausiliario, la mensa. La scorsa estate è pervenuta inaspettatamente una comunicazione da parte di un Dirigente del Comune di Roma che, di fatto, ha disdetto la convenzione (a decorrere fra l’altro dal 1° settembre 2006), sul presupposto che le scuole dell’infanzia comunali, e in particolare quelle del III Municipio, presentano classi non completamente formate. Il timore del Comune è riferito a profili di illegittimità per esborsi impropri e, quindi, con possibili esposizioni di danno erariale di fronte alla Corte dei conti, avendo loro la possibilità di ospitare i bambini della Sapienza, senza oneri, nelle altre scuole.
Ricorda che si era nel mese di agosto e che ci sono state le sollecitazioni del Rettore, è intervenuto il dottor Mancino, è stato invitato il Comune, in particolare l’Assessore preposto e lo stesso Sindaco, a recedere da questa volontà. Con due note, una del settembre 2006 e l’altra del successivo ottobre, il Comune è stato invitato a comunicare con la massima urgenza possibile gli intendimenti del Dipartimento al riguardo, con l’indicazione in caso positivo delle modalità ritenute più idonee alla organizzazione dell’incontro.
Precisa che la convenzione non poteva essere disdetta perché dispiegava i suoi effetti ancora per l’anno 2006 non essendo stata formulata una disdetta nei termini previsti, ossia sei mesi prima della scadenza. Comunque, essendo stata denunciata la convenzione, è stato affrontato il problema e risolto per l’anno scolastico non ancora terminato con l’assunzione da parte dell’Università di ulteriori oneri. Nel frattempo è stato più volte vanamente sollecitato il Comune a verificare quali fossero le disponibilità per il futuro.
Informa che solo il 17 gennaio, il Comune ha fatto pervenire due note con le quali ha comunicato una generica disponibilità in ordine alla possibilità di costituire una scuola paritaria, sul presupposto però che tutto dovesse essere comunque a carico dell’università. Si è quindi posto un problema di legittimità: se il Comune non intende più finanziare questa attività che rientra nella missione del Comune e del Dipartimento alle politiche educative, per timore di rimanere esposto a danni erariali, non è possibile che l’Università, a fronte di simile previsione, possa sostenere in proprio una attività formativa di scuola dell’infanzia già presente nel circondario. A ciò si aggiungono altre considerazioni, alcune di carattere pedagogico, secondo le quali è auspicabile che il bambino in questa fascia di età inizi a frequentare la scuola del quartiere in cui vive, per una migliore integrazione nello stesso.
E’ stata fatta, inoltre, una considerazione di carattere gestionale e di interesse sociale. Il numero di frequentanti nel corso dell’anno si riduce: ad esempio, attualmente frequentano 45 bambini su 50 posti disponibili, mentre l’asilo nido aziendale ha ben 25 bambini in lista di attesa per mancanza di spazi.
Si pongono quindi aspetti di compatibilità normativa e di carattere burocratico: determinare una scuola paritaria significa, infatti, dal punto di vista burocratico, organizzarla con tutti i suoi presupposti. Tutto questo, a fronte di disponibilità nel circondario, oltre che di un numero di partecipanti inferiore alle disponibilità, e soprattutto di fronte ad un maggior fabbisogno di posti in asilo nido che rientra sicuramente nella compatibilità normativa, essendo di carattere aziendale.
Ritiene pertanto opportuno mettere in correlazione questi aspetti e offrirli ad una riflessione del Consiglio per una decisione.
Informa, infine, che il Comune si è offerto di favorire la iscrizione dei bambini della scuola dell’infanzia in qualsiasi scuola sia richiesta dai genitori, nei pressi dell’università e in tutto il territorio comunale.

Alle ore 18.20 entra il consigliere Redler.

Il prorettore puntualizza che le scuole dell’infanzia non sono di competenza aziendale mentre lo sono gli asili nido. Ritiene necessario non diminuire il servizio sociale sinora offerto, concentrandolo sull’asilo nido; i locali dovranno essere mantenuti per questa finalità. Invita a tener presente che l’asilo nido è molto più oneroso della scuola dell’infanzia, circa tre volte tanto, per cui viene dato ai dipendenti un aiuto migliore.
Ribadisce la necessità di un’allocazione prioritaria dei bambini nelle scuole dell’infanzia dei vari municipi.

Per il rettore è evidente che da parte dei dipendenti i cui figli frequentano la scuola dell’infanzia ci siano molte aspettative e agitazione. Qualsiasi delibera il Consiglio adotti, deve dare garanzie. Sarà necessario riunire i genitori per trasmettere chiaramente la decisione che il Consiglio adotterà.

Il consigliere Altezza, nell’aderire completamente alla proposta di rilanciare l’asilo nido, ritiene che si ponga un problema importante di comunicazione nei confronti delle famiglie dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia per spiegare come il Consiglio pervenga ad una decisione in qualche modo imposta dalla disdetta della convenzione da parte del Comune. Aggiunge che, d'altra parte, per un genitore la maggiore problematica è legata alla possibilità di accesso agli asili nido, laddove le scuole dell’infanzia sono diffuse nel territorio. La disponibilità dichiarata dal Comune di inserimento dei bambini nelle scuole del III Municipio dovrebbe in qualche modo soddisfare i genitori. Sottolinea l’importanza che il Rettore incontri una delegazione delle famiglie, perché è certamente prevedibile qualche manifestazione di protesta.
Rilanciando la questione degli asili nido, ritiene opportuna la possibilità evidenziata nella stessa relazione di ottenere dei contributi, in relazione ai quali perfino nell’ultima Legge Finanziaria è prevista una integrazione a favore dei figli di dipendenti delle pubbliche amministrazioni: motivo in più per procedere in direzione di un ampliamento dell’offerta legata all’asilo nido.
Sottolinea la problematica relativa al precariato. Parte del personale in servizio presso questa struttura è infatti personale a contratto che opera da parecchi anni. Anche nel quadro di possibilità che si stanno aprendo adesso di stabilizzazione di una parte del precariato, ritiene che l’Amministrazione debba porre in essere tutte le provvidenze affinché, nell’ottica oltretutto di un rilancio dell’asilo nido, si possa in qualche modo andare verso l’assorbimento di questo precariato annoso che va sanato, e questa può essere l’occasione.

Il rettore ritiene insufficiente riunire i genitori e parlare con loro: è necessario fare un gruppo di assistenza e di sostegno rispetto a questa diversa modalità di iscrizione ad un’altra scuola.

Il consigliere Farinato chiede se si è in grado di comunicare ai genitori l’ampliamento dell’asilo nido dal mese di settembre 2007.

Il direttore amministrativo precisa che ai genitori dei bambini bisognerà comunicare la possibilità di iscriverli presso altre scuole. Gli è stato riferito che normalmente i genitori hanno sempre presentato una doppia iscrizione: una alla scuola dell’Università e una in quella del Municipio di appartenenza, per cui si è avuto, spesso, il problema inverso. La direttrice della scuola più volte ha espresso preoccupazione per questa doppia iscrizione perché teoricamente poteva accadere di iniziare l’anno scolastico senza avere nessun bambino nonostante le iscrizioni presentate. E questo dimostra perché da 50 bambini ammessi si scende a 45 frequentanti e così via. Riguardo all’assistenza, informa che il dottor Mancino interverrà presso il Dirigente del Municipio e verrà sicuramente dato un ausilio ai genitori.
Tutte le risorse risparmiate in ordine alla scuola dell’infanzia verranno sicuramente riversate sull’asilo nido, anche se occorre tenere presente che all’asilo nido il rapporto educatrice/bambino è di 1 a 6, mentre nella scuola dell’infanzia è di 1 a 25.
Poiché ci sono anche i contributi previsti dalla finanziaria, verrà verificata la possibilità di incrementare le risorse. Tra l’altro i locali dovranno essere riorganizzati. L’idea è quella di fare un asilo nido aziendale che sia ulteriormente migliorato. Le risorse ci sono e sono quelle che potrebbero essere riversate dalla scuola all’asilo nido; tutto il resto è quello che si potrà ottenere come finanziamento.

Il consigliere Farinato chiede conferma che l’ampliamento avverrà da settembre 2007.

Il direttore amministrativo, sentito il dottor Mancino, risponde affermativamente.

Il consigliere Saponara concorda pienamente con quanto esposto dal Rettore, dal Prorettore e dal Direttore amministrativo e condivide buona parte degli interventi precedenti. Chiede che nella delibera venga evidenziato il concetto che il Consiglio di Amministrazione non toglie nulla a nessuno. È il Comune che toglie il servizio, e il Consiglio non è in grado di sopperire.

Il consigliere Ligia concorda con le perplessità espresse ma invita a considerare che viene soppresso un servizio che esiste da 20-25 anni e ciò sicuramente creerà grossi problemi. Un servizio che esiste da sempre, sul quale comunque ogni anno contano 40-50 persone, non si sopprime con grande facilità. A settembre è dovuto intervenire anche il Rettore proprio perché c’è stata una protesta notevole. Ritiene che anche in questo caso succederà la stessa cosa e i genitori riterranno, anche se non corrisponde alla realtà, che il Consiglio ha deliberato di sopprimere la scuola dell’infanzia.
Occorre prepararsi a questa protesta. L’asilo nido rientra tra le attività che possono essere gestite dall’Università e ai genitori va spiegato che la partecipazione alla spesa di una scuola dell’infanzia paritaria sarebbe enorme, va spiegato il problema pedagogico in quanto è un’anomalia che si portino i bambini di quattro o cinque anni sul posto di lavoro.

Il dottor Mancino precisa che quando sono venuti i genitori a protestare, erano infervoratissimi.
Poi sono andati al Comune ma non hanno ottenuto nulla perché la risposta del Comune è stata che era un problema non loro ma dell’Università. Sottolinea di aver ribadito, durante incontro con la Dirigente del Comune che quello è un servizio di spettanza del Comune e che l’Università, togliendo anche carico alle varie scuole dell’infanzia comunali, partecipava alla spesa per un servizio comunale mettendo a disposizione i locali, il personale ausiliario e la mensa. Informa che alcuni giorni prima, alcuni genitori, venuti per chiedere chiarimenti, lo hanno letteralmente aggredito asserendo che la colpa è dell’Università, perché loro erano stati informati già due mesi fa. Il Comune, attraverso la coordinatrice della scuola dell’infanzia, dottoressa Scoglio, aveva già fatto sapere che era opportuno che le tre insegnanti in servizio nella scuola si trovassero “una nuova collocazione” e aveva consigliato i genitori di fare una doppia iscrizione. Quindi questa situazione non si è creata improvvisamente. .
Precisa che non sono 45 le famiglie che in questo momento verrebbero “colpite” da un’eventuale chiusura della scuola, perché occorre tenere presente che i bambini che hanno terminato il ciclo scolastico e passano alle elementari sono circa un terzo.

Secondo il prorettore è necessario continuare a parlare con la dottoressa Scoglio e con altri perché alle persone interessate sia assicurato quel servizio che viene meno per motivi istituzionali.
Propone alcune modifiche alla proposta di delibera.

Il consigliere Simeoni ritiene che una decisione di questo genere sia delicata, proprio perché si tratta di servizi in un settore dell’infanzia cui tutti sono sensibili, in particolare il Rettore. È vero che il Comune toglie il suo apporto, per cui mette l’Università in condizione di non poter offrire più il servizio relativo alla scuola dell’infanzia, però suggerisce di incontrare i genitori interessati dal problema prima che il Consiglio prenda una decisione e che questa diventi operativa. Propone di rinviare ad una prossima seduta la deliberazione oppure, se ciò non è possibile, indicare nella delibera tutte le raccomandazioni e le garanzie del Comune e dell’Università affinché queste persone non vengano abbandonate.

Il rettore concorda ma fa presente che c’è il vincolo del termine delle iscrizioni che è il 16 febbraio.

Il consigliere Farinato non concorda con il rinvio della delibera, perché appena eletta in Consiglio di amministrazione una prima problematica che le è stata prospettata riguardava l’asilo nido. Le iscrizioni stanno per scadere quindi i genitori chiedono chiarezza e certezza sul futuro dei loro bambini. Invita a modificare la proposta di delibera dando certezze ai genitori sia per quanto riguarda le iscrizioni alle altre scuole dell’infanzia sia per quanto riguarda l’impegno dell’Università, affinché per settembre 2007 l’asilo nido sia ampliato e pronto per ospitare i bambini.

Secondo il consigliere Redler è più facile per un genitore continuare a portare il bambino sul posto di lavoro.
Evidenzia il vantaggio di avere unificati scuola dell’infanzia e posto di lavoro. Chiede quale sia la spesa da affrontare per erogare autonomamente questo servizio. Se fosse una somma modesta si potrebbe riflettere prima di sopprimere questo servizio che rappresenta un vantaggio per più persone.

Intervengono il rettore, il prorettore, i consiglieri Altezza, Redler, Vestroni.

Il dottor Mancino precisa che per 50 bambini di scuola paritaria occorrono 4 insegnanti a tempo pieno, una coordinatrice, un ufficio di segreteria, le supplenti, il personale insegnante per il pre-scuola, considerando che il personale del Policlinico prende servizio alle 7. A tutto questo vanno aggiunti i costi di gestione della struttura e la mensa, che non sono da sottovalutare.

Il consigliere Redler, poiché l’iscrizione sta per scadere, prolungherebbe ancora per un anno il servizio finora concesso.

Il dottor Mancino invita a fare attenzione perché un conto è una scuola dell’infanzia sotto la responsabilità – in tutti i sensi – del Comune, e un altro è una scuola sottratta all’amministrazione comunale la cui responsabilità ricadrebbe tutta sull’Università. C’è tutta una serie di adempimenti tipici della scuola paritaria, non è solo un discorso di spesa.

Il direttore amministrativo puntualizza che si è voluto di proposito superare il problema di un’equazione “si chiude per risparmiare”. Non è stato in alcun modo questo l’intendimento, bensì l’impossibilità, l’illegittimità derivante dal fatto che il Comune ha comunicato, per lettera, di non poter sostenere una spesa presso un’altra struttura perché si esporrebbe alla Corte dei conti – sotto il profilo di danno erariale – avendo delle disponibilità di posti nell’ambito del territorio. Il paradosso è questo, quindi: non è possibile che l’Università si sostituisca al Comune che ritiene illegittima l’erogazione di un servizio che rientra tra le sue finalità. Ribadisce che non si tratta di un problema di risparmio: tutto quello che viene recuperato viene riversato sull’asilo nido, possibilmente incrementandolo e implementandolo se ci saranno dei finanziamenti specifici. E’ il Municipio che ha denunciato l’accordo, che non intende più finanziare.

Il consigliere Trebbi chiede che si modifichi la delibera come si è iniziato a fare e che si vada rapidamente in votazione.

Alle ore 18.55 escono il dott. Mancino e il consigliere Mussino.

Dopo gli interventi del rettore, del direttore amministrativo, del prorettore, dei consiglieri Redler, Farinato, il rettore, non essendovi ulteriori richieste di intervento, pone in votazione la delibera che viene approvata all’unanimità.
 


DELIBERAZIONE N. 2/07

IL CONSIGLIO

PRENDE ATTO

DELIBERA

Letto, approvato seduta stante per la sola parte dispositiva.

 

 IL SEGRETARIO   
Carlo Musto D'Amore

IL PRESIDENTE 
Renato Guarini

 


Il consigliere Senatore comunica che oggi, per la prima volta a distanza di un anno dalla progettazione del sistema che permetteva di realizzare risparmio energetico per la Città universitaria, è stata posta in funzione una microturbina innovativa di trigenerazione, che permette di generare energia elettrica, aria calda e aria fredda, risparmiando il 50% della spesa sostenuta fino a qualche giorno fa. Si tratta della prima isola realizzata rispetto al progetto: ne mancano altre sette e oggi “Ambiente Italia”, la trasmissione TV che va in onda il sabato pomeriggio alle 15 meno dieci, ha filmato tutto per riproporlo il prossimo sabato in chiave molto più ampia e ribadire che l’Università La Sapienza è la prima ad adottare questa risorsa in Italia e in Europa.

Il rettore comunica che il 24 gennaio, alle 18,15, all’Accademia dei Lincei, ci sarà un ricordo del prof. Antonio Ruberti a cui interverrà il Capo dello Stato.


 

 

PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEL CENTRO  DI RICERCA DELLA “SAPIENZA”   SULLE TECNOLOGIE PER L’AMBIENTE

 Il Presidente  sottopone  all’esame di questo Consesso, la proposta di istituzione del Centro di Ricerca della “Sapienza” sulle Tecnologie per l’Ambiente promossa dal Prof. Luigi Campanella del Dipartimento di Chimica,ai sensi  dell’art. 89 del D.P.R. 11 luglio 1980, n. 382, dell’articolo 8 dello Statuto della “Sapienza” e dell’articolo 2, comma 2, del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità della “Sapienza”,   a cui hanno chiesto di afferire 59 Professori di I° e II° Fascia e Ricercatori,  appartenenti alle seguenti strutture:

 -      Chimica
-         Fisica
-         Biologia Vegetale
-         Biologia Animale e dell’Uomo
-         Biologia Cellulare
-         Genetica e Biologia Molecolare
-         Informatica
-         Matematica
-         Scienze della Terra

Il Centro persegue le seguenti finalità  di ricerca  e di approfondimento scientifico:

a)     conoscenza, monitoraggio, controllo dei processi e dei sistemi naturali e delle loro evoluzioni nello spazio e nel tempo;

b)     misura e diagnosi sulle alterazioni  delle condizioni ambientali per cause naturali ed antropiche;

c)     risposta dell’ambiente alle condizioni alterate e possibili interventi correttivi;

d)     condizione biologica dell’uomo di fronte alle alterazioni ambientali e problemi per lo sviluppo delle società umane;

e)     effetti della qualità dell’ambiente sulla protezione dei beni culturali;

f)       gestione delle risorse ambientali ai fini sia della loro equa e razionale distribuzione  che della loro protezione.  

Il Presidente rileva, inoltre, che:

1.      è stata predisposta proposta di Statuto secondo lo schema di statuto-tipo dei Centri di Ricerca approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione nelle sedute rispettivamente del 24 aprile e del 20 maggio 2003;

2.      gli organi del Centro sono: il Direttore, il Consiglio del Centro, il Comitato Scientifico del Centro e la Giunta;

3.     il Centro opera con l’autonomia amministrativa, contabile e finanziaria prevista per i Centri di Spesa di cui all’art. 2, comma 2, del  Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la  Contabilità dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. In tale ambito il Centro provvede autonomamente al proprio finanziamento per le esigenze di funzionamento ordinario; 

4.      la durata è di  6 (sei) anni con possibilità di rinnovo;

5.      è stato previsto che l’afferenza al Centro non avrà durata inferiore a tre anni;

6.      è stata predisposta la dichiarazione dei proponenti di non partecipare a più di due Centri di ricerca della  “Sapienza”;

7.      il Centro ha sede presso il Dipartimento di  Chimica, stanza III al 5° piano dell’edificio “V. Caglioti”;

8.     è pervenuta l’indicazione di un’unità di personale amministrativo disposta a svolgere le funzioni di Segretario Amministrativo. 

La proposta di istituzione del Centro di Ricerca della “Sapienza” sulle Tecnologie per l’Ambiente è stata sottoposta all’esame  del  Gruppo di Lavoro  misto   Senato/Consiglio  per  i  Centri Interuniversitari,  interdipartimentali  e  Consorzi  che  nella  seduta del  20 dicembre 2006, ha espresso parere favorevole. 

Il Senato Accademico,  nella seduta del  16 Gennaio 2007, ha approvato a maggioranza, la proposta di istituzione del Centro di Ricerca  della “Sapienza”  sulle Tecnologie per l’Ambiente. 

Esposto quanto sopra, il Presidente invita il Consiglio d’ Amministrazione a deliberare in merito alla proposta di istituzione del Centro di Ricerca della “Sapienza”   sulle Tecnologie per l’Ambiente. 

Vengono forniti:
Allegati parte integrante:

-    scheda ricognitiva predisposta dal Settore competente (all 7 ).
-    proposta  di  istituzione  del Centro, note  del 12 settembre 2006,  prot. nr. 0043078 e 16 febbraio 2006 prot. nr. 0006454 (all.  8 );
-         proposta di Statuto (all.  9 );
-         nota del Direttore del Dipartimento di Chimica di assegnazione della sede dell’istituendo Centro (all. 10 );
 

allegati in visione:
-         scopi e attività del Centro;
-     elenco dei proponenti ed autocertificazioni di afferenza ad altri Centri di Ricerca della “Sapienza”  o strutture analoghe;
-     verbali dei Consigli dei Dipartimenti di provenienza dei Docenti proponenti;
-     indicazione del Segretario Amministrativo;
-    delibera del Senato Accademico, seduta del 24 aprile 2003;
-     delibera del Consiglio di Amministrazione, seduta del 20 maggio 2003;
-     verbale   del  Gruppo   di  Lavoro  Misto  Senato/Consiglio,     seduta   del 20 dicembre 2006.
-    Verbale del Senato Accademico , seduta del 16 Gennaio 2007.
 

 


Non essendovi richieste di intervento sull’argomento relativo a: “Istituzione di un centro di ricerca de La Sapienza sulle tecnologie per l’ambiente” (centri e consorzi 4/1), il rettore pone in votazione la proposta di delibera che viene approvata all’unanimità.

DELIBERAZIONE N. 3/07

IL CONSIGLIO

DELIBERA

di approvare la proposta di istituzione del Centro di Ricerca de “La Sapienza” sulle Tecnologie per l’Ambiente.

Letto, approvato seduta stante per la sola parte dispositiva.

 IL SEGRETARIO   
Carlo Musto D'Amore

IL PRESIDENTE 
Renato Guarini

 


 

 

PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEL CENTRO DI RICERCA DELLA “SAPIENZA” SULLA VALORIZZAZIONE E GESTIONE DEI CENTRI STORICI MINORI RELATIVI SISTEMI PAESAGGISTICO-AMBIENTALI – FO.CU.S. – (FORMAZIONECULTURASTORIA)

Il Presidente sottopone all’esame di questo Consesso la proposta di istituzione del Centro di Ricerca della “Sapienza” sulla Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S. – (FOrmazioneCUturaStoria), avanzata con nota del 10 luglio 2006 – prot. n. 0034523, dalla Prof.ssa Manuela RICCI del Dipartimento di Pianificazione Territoriale e Urbanistica DIPTU ai sensi dell’art. 89 del D.P.R. 11 luglio 1980, n. 382, dell’articolo 8 dello Statuto della “Sapienza” e dell’articolo 2, comma 2, del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità della “Sapienza”. Hanno chiesto di afferire 16 Professori di I° e II° Fascia e Ricercatori, appartenenti alle seguenti strutture:

- Dipartimento Pianificazione Territoriale e Urbanistica DIPTU;
- Dipartimento di Innovazione Tecnologica nell’Architettura e Cultura dell’Ambiente ITACA;
- Dipartimento di Caratteri dell’Architettura, Valutazione e Ambiente CAVEA;
- Dipartimento di Economia Pubblica;
- Dipartimento di Architettura e Urbanistica per l’Ingegneria DAU.

Il Centro persegue le seguenti finalità di ricerca:
mira alla valorizzazione e gestione culturale integrata dei centri storici minori e relativi sistemi ambientali ed è volto alla costruzione di un sistema informativo complesso nonché all’approfondimento scientifico delle strategie e delle azioni integrate da attivare al fine di promuovere lo sviluppo locale, la gestione integrata dei sistemi culturali, del patrimonio storico, ambientale e del paesaggio. Per realizzare i propri obiettivi sviluppa le attività su: monitoraggio sulle strategie, politiche e pratiche in corso ed attuate in Italia e all’estero; raccolta delle leggi regionali italiane in materia; costruzione di un sistema informativo; corsi di formazione e aggiornamento; costruzione di un portale dedicato; diffusione delle buone pratiche e costruzioni di reti per il trasferimento dei risultati di successo; consulenza ad amministrazioni pubbliche ed enti privati in materia; organizzazione di manifestazioni culturali.

Il Presidente rileva, inoltre, che:

1. è stata predisposta proposta di Statuto secondo lo schema di statuto-tipo dei Centri di Ricerca approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione nelle sedute rispettivamente del 24 aprile e del 20 maggio 2003;
2. gli organi del Centro sono: il Direttore, il Consiglio del Centro e il Comitato Scientifico;
3. il Centro opera con l’autonomia amministrativa, contabile e finanziaria prevista per i Centri di Spesa di cui all’art. 2, comma 2, del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. In tale ambito il Centro provvede autonomamente al proprio finanziamento per le esigenze di funzionamento ordinario;
4. la durata è di 6 (sei) anni con possibilità di rinnovo;
5. è stato previsto che l’afferenza al Centro non avrà durata inferiore a tre anni;
6. è stata predisposta la dichiarazione dei proponenti di non partecipare a più di due Centri di ricerca della “Sapienza”;
7. il Centro ha sede presso il DIPTU, via Flaminia, 70 Roma, nei locali messi a disposizione dallo stesso DIPTU per l’attivazione del Centro temporaneamente e comunque per un periodo non inferiore ai sei anni previsti per la durata minima del Centro medesimo;
8. è pervenuta l’indicazione di un’unità di personale amministrativo disposta a svolgere le funzioni di Segretario Amministrativo ad interim.

La proposta di istituzione del Centro di Ricerca della “Sapienza” sulla Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S. – (FOrmazioneCUlturaStoria), è stata sottoposta all’esame del Gruppo di Lavoro misto Senato/Consiglio per i Centri Interuniversitari, interdipartimentali e Consorzi che, nella seduta del 20 dicembre 2006, ha espresso parere favorevole.
Il Senato Accademico, nella seduta del 16 gennaio 2007, ha approvato a maggioranza la proposta di istituzione del Centro di Ricerca della “Sapienza” sulla Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S. – (FOrmazioneCUlturaStoria).

Esposto quanto sopra, il Presidente invita il Consiglio di Amministrazione a deliberare in merito alla proposta di istituzione del Centro di Ricerca della “Sapienza” sulla Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S. – (FOrmazioneCUlturaStoria).

Vengono forniti:

allegati parte integrante:

- scheda ricognitiva predisposta dal Settore competente (all 11).
- proposta di istituzione del Centro, nota del 10 luglio 2006 prot. nr. 0034523 (all.12 );
- proposta di Statuto (all.13 );
- planimetria dei locali in cui avrà sede l’istituendo Centro (all.14 );
 

 


Non essendovi richieste di intervento sull’argomento relativo a: “Istituzione del Centro di Ricerca de La Sapienza sulla valorizzazione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S.” (centri e consorzi 4/2), il rettore pone in votazione la proposta di delibera che viene approvata all’unanimità.

DELIBERAZIONE N. 4/07

IL CONSIGLIO

DELIBERA

di approvare la proposta di istituzione del Centro di Ricerca de “La Sapienza” sulla Valorizzazione e Gestione dei Centri Storici Minori Relativi Sistemi Paesaggistico-Ambientali – Fo.Cu.S. – (FOrmazioneCUlturaStoria).

Letto, approvato seduta stante per la sola parte dispositiva.

 

 IL SEGRETARIO   
Carlo Musto D'Amore

IL PRESIDENTE 
Renato Guarini

 


 

 

BREVETTI RM2004A000397 DEL 4.8.2004 E PCT/IT2005/000390 DEL 7.7.2005 DI PROPRIETÀ DELLA SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA: CONTRATTO DI LICENZA ESCLUSIVA DEI DIRITTI ALLA SOCIETÀ GIPHARMA S.R.L.
Il Presidente presenta per la discussione la seguente relazione predisposta dal Settore Trasferimento Tecnologico e Spin Off dell’Ufficio Valorizzazione Ricerca Scientifica e Innovazione.
L’Università è proprietaria delle seguenti domande di brevetto:
- priorità n. RM2004A000397 del 4.8.2004, intitolata “Dispositivo monouso per una o più introduzioni, trattamento e prelievi di materiale biologico da almeno una delle fasi di separazione, presenti all’interno del dispositivo, in condizioni di sterilità e a pressione costante” - inventori: prof. Alberto Signore, dott. Alessio Annovazzi;
- relativa estensione all’estero n. PCT/IT2005/000390 del 7.7.2005.
Di tali diritti brevettuali l’Università è titolare al 100% in via derivativa (contratto di cessione da parte degli inventori concluso in data 6.2.2004 ai sensi e per gli effetti dell’art. 65 del D.Lgs. 30/2005 - Nuovo Codice della proprietà industriale).
Successivamente al deposito della domanda italiana, l’Ufficio Valorizzazione Ricerca Scientifica e Innovazione – Sett. Trasferimento Tecnologico e Spin Off, ha avviato con gli inventori un’approfondita ricognizione di mercato nel settore Medical Devices, volta ad individuare quei soggetti industriali potenzialmente interessati alla tecnologia protetta.
Il maggior interesse è stato quello manifestato dalla Società Gipharma S.r.l., azienda di produzione di farmaci iniettabili ed in particolare di Radiofarmaci; essa opera nel mercato italiano ed europeo di Medicina Nucleare; è, inoltre, l’unica titolare in Italia (e tra le poche in Europa), della licenza di officina farmaceutica per la produzione di Radiofarmaci.
La Gipharma si è resa immediatamente disponibile per approfondimenti tecnici, avvenuti attraverso lo scambio di documentazione, corrispondenza scritta ed elettronica, e colloqui telefonici.
La successiva trattativa volta a definire gli aspetti giuridici ed economici dell’operazione negoziale, è stata orientata dall’Ufficio verso la definizione di un contratto di licenza esclusiva dei diritti di sfruttamento delle domande di brevetto sopra citate (allegato quale parte integrante della presente relazione), che si sottopone all’approvazione di questo Consesso.
Il Contratto di Licenza prevede la concessione dei diritti di sfruttamento esclusivo con facoltà di sublicenza dei diritti di proprietà industriale delle domande di brevetto nn. RM2004A000397 del 4.8.2004 e PCT/IT2005/000390 del 7.7.2005, per una durata pari a quella del brevetto d’origine.
Sono previsti a carico di Gipharma i seguenti obblighi:
- pagamento di un corrispettivo iniziale pari a € 10.000,00 (diecimila) più IVA da effettuare, da parte di Gipharma entro 30 gg. dalla sottoscrizione del contratto;
- pagamento di royalties pari al 4% più IVA del fatturato annuo lordo generato dalla vendita dei beni realizzati con le procedure garantite dal brevetto, ed al netto di sconti in valore e/o in merce effettivamente praticati nei limiti dell’uso corrente, accrediti per merce respinta o danneggiata, costi di assicurazione imballaggio e trasporto eventualmente compresi in fattura, tasse e tributi. A partire dal 1.1.2010 e per tutta la durata del contratto, l’ammontare annuo delle royalties maturate in favore dell’Università “La Sapienza”, non potrà essere comunque inferiore a € 7.000,00 (settemila) annui più IVA per il quarto e quinto anno e € 10.000,00 (diecimila) annui più IVA per la restante durata del contratto;
- pagamento di royalties in misura pari al 30% più IVA dei corrispettivi lordi derivanti al Licenziatario dalla eventuale concessione di sublicenze;
- accollo di tutte le spese di esame, nazionalizzazione e mantenimento del brevetto italiano ed estero.
Si fa presente che nella definizione delle modalità di pagamento si è tenuto conto del fatto che la società Gipharma dovrà affrontare investimenti iniziali considerevoli, che fanno prevedere un rientro dell’investimento non prima del quarto anno dal lancio sul mercato del prodotto sottoposto a privativa industriale.
In base all’attuale Regolamento Brevetti, i corrispettivi derivanti dallo sfruttamento dell’invenzione brevettabile dovranno in primo luogo coprire i costi sostenuti per gli oneri di brevettazione. Gli utili netti saranno quindi ripartiti (per legge) al 50% tra inventori e Università “La Sapienza”.
Pertanto, il corrispettivo di € 10.000,00 dovrà innanzitutto ripianare le spese brevettuali sostenute ad oggi e documentate, ammontanti a € 8.026,94; la somma residua, costituente l’utile netto pari a € 1.973,06 sarà ripartita nel modo seguente:
- 50% pari a € 986,53 agli autori dell’invenzione così distribuiti: Prof. Alberto Signore 90%, dott. Alessio Annovazzi 10%;
- 50% pari a € 986,53 trattenuto sul B.U. (conto 1.3.1.4.5E).
La Commissione Tecnica Brevetti, nella riunione del 18.1.2007 ha espresso parere favorevole in merito al contratto di licenza ed al relativo profilo economico-finanziario.

Allegati parte integrante:
1. Contratto di licenza esclusiva Gipharma – Sapienza (ALL.15)
Allegati in visione:
1. Estratto verbale Commissione Tecnica Brevetti, seduta del 18.1.2007
2. Presentazione attività e struttura Gipharma

 

 


Non essendovi richieste di intervento sull’argomento relativo a: “Contratto di licenza esclusiva dei diritti alla Società GIPHARMA s.r.l. ” (brevetti 5/1), il rettore pone in votazione la proposta di delibera che viene approvata all’unanimità.
 

DELIBERAZIONE N. 5/07

IL CONSIGLIO

DELIBERA

 IL SEGRETARIO   
Carlo Musto D'Amore

IL PRESIDENTE 
Renato Guarini

 


Essendo esaurito l’ordine del giorno, il Presidente ringrazia i convenuti e dichiara tolta la seduta alle ore 19.10.
Della seduta odierna è redatto il presente verbale che consta di n. 76 pagine progressivamente numerate e di n. 15 allegati per complessive n. 148 pagine.

Il presente verbale è stato approvato nella seduta del 6 Marzo 2007.

Letto, approvato e sottoscritto.

 IL SEGRETARIO   
Carlo Musto D'Amore

IL PRESIDENTE 
Renato Guarini


pagina a cura di:  Aurora Colina e Donatella Gemma;  creato il 07.03.2007